Nel 2024, il Comparto Chimico Toscano ha generato circa 2,06 miliardi di euro di valore economico, distribuito in maniera pressoché integrale (2,05 miliardi) ai propri stakeholder, ovvero principalmente fornitori, lavoratori e comunità locali. E’ quanto emerge dalla 26/a edizione del Bilancio di Sostenibilità, che coinvolge su base volontaria 20 aziende della chimica presenti in sei province della Toscana. Nel 2023 avevano aderito 27 aziende, per un valore economico generato pari a 3,6 miliardi di euro. Gli investimenti complessivi delle aziende e dei siti produttivi che aderiscono al Comparto raggiungono 253 milioni di euro, in crescita dell’80% sul 2023: sono dedicati a salute e sicurezza, tecnologie green, autoproduzione energetica e nuovi impianti.
Sale l’attenzione all’ambiente e alla sicurezza
Il Comparto conta quasi 3mila lavoratori, che salgono a 4.527 considerando anche collaboratori e imprese terze. Sono 116 le risorse impiegate in ricerca e sviluppo, per un totale di 3 milioni di euro investiti in innovazione di prodotto e processo. Il 95% dei contratti è a tempo indeterminato, il 97% full time e continua a crescere l’occupazione femminile (il 30% nei Cda), con il 45% di aziende certificate sulla parità di genere. Nel 2024 sono state erogate 130mila ore di formazione (+10% sul 2023), di cui 44mila ore dedicate alla sicurezza, con 40 stage attivati di cui 10 trasformati in assunzione. Oltre 800mila euro sono stati impiegati in attività sociali, educative, sportive e culturali a favore delle comunità locali.
Dai dati emerge come le aziende del Comparto adottino in larga parte sistemi certificati a presidio di qualità, ambiente, salute e sicurezza. L’85% di loro possiede la certificazione qualità (Iso 9001); l’80% la certificazione ambiente (Iso 14001); l’ 80% è certificata su salute e sicurezza (Iso 45001); l’80% adotta un Codice Etico. Gli indici di sicurezza risultano migliori della media del manifatturiero regionale. Anche sul fronte ambientale il settore conferma investimenti, controlli e riduzione dei consumi idrici, con il 35% di energia consumata proveniente da autoproduzione interna; con il gas naturale come fonte principale di emissioni di CO2 da combustione diretta, con l’87% di acqua consumata prelevata dal mare, e il 65% dei rifiuti prodotti avviati al riciclo e recupero.
“Chimica motore di innovazione per l’industria”
“Nel primo semestre del 2025 l’export è diminuito del 7,5%, un dato che riflette dinamiche produttive in sensibile rallentamento, in linea con l’andamento nazionale”, osserva il presidente di Confindustria Toscana Maurizio Bigazzi, secondo cui “proprio in un momento così delicato il ruolo abilitante della chimica emerge con ancora maggiore evidenza. Senza il contributo di questo settore non sarebbe possibile sviluppare materiali più sostenibili, soluzioni per l’efficienza energetica, tecnologie per la decarbonizzazione o processi orientati alla circolarità. La chimica non è soltanto un settore produttivo; è un motore di innovazione, sostenibilità e competitività per l’intero sistema industriale.
Le imprese che hanno partecipato alla stesura del Bilancio di Sostenibilità del Comparto Chimico Toscano sono Altair Chemical; Costiero Gas Livorno; Depositi Costieri del Tirreno; Diesse Diagnostica Senese; Eni Spa – Industrial Transformation – Raffineria di Livorno; Essentials Chemicals Italy; Fgl International; Graziani; Icap-Sira Chemicals and Polymers; Ineos Manufacturing Italia; Inovyn Produzione Italia; Laviosa; Neri Depositi Costieri; Nuova Solmine; Solvay Chimica Italia (sede di Massa); Solvay Chimica Italia (sede di Rosignano); Termisol Termica; Toscopetrol; Unigum; Venator Italy. (lt)