“Un sistema che sostiene l’impresa sana e virtuosa, deve mettere al centro del suo lavoro regolarità e sicurezza nonché quei principi di sostenibilità a cui, oggi come imprese, non possiamo più sottrarci”. Lo ha affermato Rossano Massai, presidente di Ance Toscana, che oggi ha partecipato all’evento ‘Lavoro sano, Lavoro sicuro’, organizzato a Firenze dall’associazione sui temi della sicurezza nel settore edile. Un settore che nell’area metropolitana conta 52mila imprese attive, circa il 15% del totale, e impiega circa 100mila addetti diretti.
“Come imprenditori dobbiamo fare tutto ciò che è previsto, o non previsto ma possibile – ha osservato Massai nella sua relazione -, per garantire la sicurezza pur in presenza di figure con incarichi e responsabilità specifiche. Non si può però pensare alla sicurezza solo nel momento in cui si avvia il cantiere, perché ci sono ci sono scelte, azioni e comportamenti che possono influire sulla sicurezza fin da subito. Ecco perché tutti gli attori devono sentirsi coinvolti fin dalla fase di progettazione e poi di scelta dell’operatore, fino appunto alla apertura del cantiere”.
“La patente a punti? Non è la strada giusta”
Per il presidente di Ance Toscana ci vuole “un approccio normativo e comportamentale orientato proprio alla prevenzione e non invece punitivo, che interviene quando l’incidente è accaduto. La patente a crediti non ci sembra la strada giusta”. Prevenzione vuol dire alzare il livello della qualità in cantiere, ed “ecco perché chiediamo con fermezza e determinazione – aggiunge Massai – che ci sia attenzione e altrettanta professionalità in chi è chiamato a scegliere gli operatori economici sia nei lavori privati che in quelli pubblici. Anche per i lavori privati, lo diciamo da anni, è tempo di prevedere un sistema di qualificazione dell’impresa basata su requisiti minimi di accesso alla professione con livelli crescenti in ragione della struttura e dei lavori acquisiti”.
Questo perché “la sicurezza costa”, ammette il leader dei costruttori toscani, “quindi sia chiaro che l’impresa che non applica il contratto di settore o che ricorre a lavoro non regolare, o quella priva di una struttura operativa adeguata tanto da sfruttare il lavoro altrui, è nostra diretta concorrente; risulterà più competitiva nelle gare e nei preventivi privati perché non avrà i costi che gli investimenti nella prevenzione, nella formazione del personale e nell’organizzazione di mezzi comportano, inserendosi facilmente nel mercato a scapito dell’operatore serio e responsabile. Questo non è ammissibile”.
“Verifiche più mirate sulle gravi inadempienze”
E se la cultura della prevenzione deve partire già dalla scuola, le azioni di vigilanza sono un elemento comunque imprescindibile. “Come Ance abbiamo, sempre, chiesto più controlli da chi è chiamato a svolgere questo ruolo – ha aggiunto Massai -, e soprattutto verifiche più mirate, attente alle gravi inadempienze piuttosto che alle piccole difformità formali, a partire dal rispetto della contrattazione collettiva di settore, primo baluardo di regolarità. L’attività ispettiva su questo è fondamentale e deve essere svolta sul campo facendo applicare correttamente norme e procedure: imprese giuste ma anche i comportamenti giusti in cantiere”. (lt)