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08 ottobre 2025

Macchine per la carta: il settore marcia e non teme i dazi. Gambini investe 10 milioni in una fabbrica in Brasile

All’apertura della fiera Miac a Lucca le previsioni degli imprenditori che tornano a lanciare l’allarme sui costi energetici.

Silvia Pieraccini
L'apertura della 31esima edizione del Miac

L'apertura della 31esima edizione del Miac

Il distretto lucchese delle macchine per la carta parla sempre più straniero (l’ultima operazione è la A.Celli Paper acquisita nell’aprile scorso dal colosso austriaco Andritz) e continua a marciare anche in un contesto internazionale difficile. Al Miac, la mostra internazionale dell’industria cartaria che si è aperta al Polo Fiere di Lucca (dall’8 al 10 ottobre, 250 espositori internazionali) con grande affluenza di visitatori, le aziende si preparano a chiudere un altro anno soddisfacente. “Nel 2024 e nel 2025 abbiamo recuperato il terreno perduto nel periodo Covid – spiega Giovanni Gambini, coordinatore del gruppo Meccanica per la carta di Confindustria Toscana nord – grazie soprattutto alla crescita del Sud America e del Centro America e alla tenuta dell’Europa e degli Stati Uniti. Quest’anno dunque sarà un altro anno di incremento con margini stabili; nel 2026 la crescita rischierà di fermarsi ma speriamo di riuscire almeno a confermare l’andamento 2025”.

Una fabbrica di 3.500 mq a Joinville

Il Sud e Centro America, dove la crescita demografica supera il 4%, è diventato un mercato di particolare interesse per i costruttori di macchine per carta igienica, la specializzazione di Lucca. Proprio Gambini (80 milioni di fatturato 2025, per il 95% all’export), una delle pochissime aziende lucchesi di meccanica cartaria rimasta a capitale familiare, ha deciso di investire nella produzione in Sudamerica, e ha appena aperto una fabbrica di 3.500 mq a Joinville, in Brasile. L’investimento è stato di 10 milioni di euro, gli addetti per adesso sono una ventina ma aumenteranno. L’obiettivo è produrre per il mercato sudamericano, evitando così i pesanti dazi applicati dal Brasile. “Produrremo e assembleremo le macchine per converting destinate al mercato sudamericano – spiega Gambini – un mercato che per noi è diventato importante e nel 2025 vale 20 milioni di euro sugli 80 milioni complessivi”.

I dazi americani non preoccupano i costruttori di macchine per la carta

Non preoccupano i costruttori di macchine per la carta, invece, i dazi americani decisi da Trump: “Le nostre tecnologie sono talmente avanzate – spiega Gambini vestendo i panni di coordinatore degli industriali della meccanica per la carta – che gli americani, se vogliono produrre carta igienica, devono venire a comprare da noi. E continueranno a farlo, facendo ricadere i maggiori costi sui consumatori”.

Il risparmio energetico è la priorità

Il distretto lucchese delle macchine per la carta – un centinaio di aziende con tremila occupati e circa 900 milioni di fatturato – sta accelerando, in particolare, sulla ricerca e sviluppo in direzione del risparmio energetico, sicurezza dei lavoratori, riduzione del rumore e spinta all’automazione per ridurre i rischi. L’energia resta in testa alle preoccupazioni sia dei costruttori che dei loro clienti, le aziende cartarie, che insieme hanno lanciato l’ennesimo allarme all’apertura del Miac: “Il settore cartario, che in Italia impiega 19mila addetti e genera 8,3 miliardi di euro di fatturato, è in grave difficoltà a causa dei costi energetici più alti d’Europa”, ha detto il presidente di Assocarta, Lorenzo Poli. “Gli impianti, energivori per natura, rischiano di fermarsi mentre il Paese perde competitività”, ha aggiunto.

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Silvia Pieraccini

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