Le operazioni di test per caricare e scaricare gas naturale liquefatto dalla bettolina al rigassificatore offshore
L’annuncio era stato fatto nell’ottobre 2020, con la previsione di partire con l’innovativo servizio di Small Scale Lng dopo 12 mesi. Invece ci sono voluti quasi cinque anni per collaudare il sistema di rifornimento di gas naturale liquefatto (Gnl) dal rigassificatore Olt Offshore Lng Toscana, ormeggiato dal 2013 a 22 chilometri al largo della costa tra Livorno e Pisa. Ora, conclusi i lavori di adeguamento e i test, per la prima volta in Italia le piccole navi metaniere (le cosiddette bettoline o bunkerine) potranno caricare gas liquefatto dal rigassificatore offshore per rifornire – direttamente in mare – barche alimentate a Gnl, oppure potranno scaricare il combustibile nei depositi costieri dei principali porti del Mediterraneo.
Le bettoline possono dare e ricevere gas liquefatto al/dal rigassificatore offshore
Sarà anche possibile – fa sapere la società Olt, che fa capo a Snam (49%) col fondo Igneo Infrastructure Partners (48,2%) e Golar Lng (2,7%) – ricevere Gnl da piccole metaniere per essere poi rigassificato e immesso in rete (il rigassificatore è connesso alla rete nazionale del gas attraverso un gasdotto di 36,5 km realizzato e gestito da Snam). Per questo le attività di test hanno previsto il trasferimento di Gnl sia da una piccola nave metaniera, la Avenir Aspiration operata da Axpo, al rigassificatore, sia dal rigassificatore alla nave metaniera stessa. Fino a oggi le uniche navi che potevano avvicinarsi al rigassificatore erano le grandi metaniere.
Una spinta all’uso di Gnl, meno inquinante degli altri combustibili fossili
Il servizio Small Scale Lng è considerato strategico per spingere in Italia l’utilizzo del Gnl, ritenuto fondamentale nella transizione energetica verso le emissioni zero (permette di ridurre le emissioni di anidride carbonica, ossidi di zolfo, ossidi di azoto e particolato rispetto agli altri combustibili fossili), sia per il trasporto marittimo che per quello terrestre. Le bettoline potranno infatti rifornire sia le, sempre più numerose, navi da crociera e traghetti alimentate a Gnl, sia i depositi di stoccaggio del gas naturale che sono stati costruiti sulle coste italiane.
Le navi che viaggiano nel mar Mediterraneo dovranno usare carburante a ridotto contenuto di zolfo
“Con l’avvio dello Small Scale Lng – afferma la società – Olt si conferma snodo strategico per lo sviluppo del bunkeraggio marittimo e della filiera del Gnl; in particolare, a seguito della designazione del mar Mediterraneo come area Seca (Sulphur emission control area), entrata in vigore il 1 maggio scorso, le navi dovranno utilizzare in tutto il Mare Nostrum carburante per uso marittimo a ridotto contenuto di zolfo”.
Accompagnare la transizione energetica
“Questo progetto è la dimostrazione di come le infrastrutture esistenti possano evolversi per accompagnare la transizione energetica – afferma Giovanni Giorgi, amministratore delegato di Olt Offshore Lng Toscana – favorendo l’impiego di combustibili alternativi come il Gnl e, in prospettiva, anche del bio-Gnl, sia nel settore dei trasporti che per gli usi industriali e civili in aree non connesse alla rete nazionale del gas”.
Silvia Pieraccini