Nel mercato del lavoro dell’area metropolitana fiorentina il divario di genere rimane marcato, e a sfavore delle donne nonostante i progressi degli ultimi anni sul fronte dell’istruzione. L’analisi elaborata da Cna Firenze su dati Inps, Istat e Camera di Commercio evidenzia come le donne, pur essendo oggi più istruite degli uomini, continuino a essere penalizzate nelle retribuzioni, nelle carriere e nelle pensioni.
Più laureate, ma meno occupate e retribuite
Sul versante dei redditi medi giornalieri da lavoro, nel settore privato le donne percepiscono in media 83,4 euro procapite contro i 107,6 euro degli uomini, con un differenziale del 22%. Lo scarto cresce nei comparti artistici e dell’intrattenimento (-34%) e nelle attività professionali, scientifiche e tecniche (-33%). Il fenomeno riguarda tutti i settori economici, ad eccezione dell’estrazione di minerali da cave e miniere. La disparità si manifesta anche nei percorsi professionali. Nella provincia di Firenze solo il 22% dei dirigenti e il 32% dei quadri è donna. Eppure, nella fascia 25-34 anni, le donne laureate sono il 39%, contro il 23,8% degli uomini. Malgrado ciò, il tasso di occupazione femminile (68,4%) resta oltre venti punti sotto quello maschile (89,2%), a conferma delle difficoltà di conciliazione tra lavoro e vita familiare.
Secondo Daniela Martini, presidente di Cna Impresa donna Firenze, “la disuguaglianza di genere nel lavoro non è certo una novità, ma oggi si manifesta con forme più sottili e meno esplicite rispetto al passato”. Per Francesco Amerighi, presidente di Cna Firenze Metropolitana, “per colmare i gap servono politiche mirate, strutturali e durature, non misure spot”, aggiungendo che “serve un sistema di welfare adeguato anche per le imprenditrici, che tenga conto delle loro necessità, come la cura dei figli. La questione previdenziale femminile deve diventare una priorità economica”.
La pensione “rosa” vale anche meno della metà
Gli squilibri emergono infatti con forza nella fase finale della vita lavorativa. Le pensioni di vecchiaia delle donne nel territorio fiorentino risultano più basse del 54,5% rispetto a quelle degli uomini, mentre quelle di anzianità sono inferiori del 21,6%. Sul totale dei pensionati Inps, le donne sono 140.519 contro 121.839 uomini, ma con importi medi decisamente più contenuti. Anche gli strumenti di anticipo pensionistico mostrano un forte sbilanciamento. Le domande di Opzione donna sono diminuite drasticamente: 648 quelle accolte nel 2022, appena 130 nel 2024. Le diverse formule di pensionamento anticipato con Quote hanno finito per favorire gli uomini: nel 2023, con Quota 103, gli uomini sono stati 399 contro 174 donne; nel 2024 il rapporto è 242 a 117.
La fotografia regionale conferma il quadro. In Toscana, nel settore privato, gli uomini percepiscono un compenso medio giornaliero di 100,9 euro, contro i 76 euro delle donne; il tasso di occupazione femminile è del 65,9%, contro il 77,4% maschile. A pesare è anche il ricorso al part time: dei 302mila contratti part time regionali, 226mila (74,5%) sono femminili, pur rappresentando le donne solo il 44,6% degli occupati. Secondo la Cisl Toscana, che ha organizzato un’iniziativa contro la violenza economica sulle donne, la diffusione del part time è spesso legata a vincoli aziendali o familiari. Infine, anche le competenze finanziarie risultano inferiori: un’indagine Bankitalia del 2023 assegna alle donne un punteggio medio di 10,5 su 20, contro il 10,9 degli uomini. (lt)