Quando nacque il salone nazionale dell’agriturismo AgrieTour ad ArezzoFiere, 23 anni fa, questa forma di ospitalità non era conosciuta a livello internazionale, e soprattutto era considerata di livello medio-basso. La Toscana è stata una delle regioni che più ha contribuito a diffondere l’agriturismo e a farlo apprezzare da viaggiatori italiani e stranieri, anche grazie a un’offerta che, col passare degli anni, si è innalzata fino a contare strutture di charme e di lusso. E’ così che oggi nella regione si contano 5.874 aziende agrituristiche attive (dati 2024), concentrate nelle province di Siena (1.320) e Grosseto (1.285), che hanno in totale 44.648 camere in strutture e in appartamenti, per quasi 92mila posti letto. Su quasi 6.000 aziende, 1.750 offrono anche ristorazione.
Incontro tra domanda e offerta
La Toscana è sempre stata la regione leader per l’agriturismo, e dunque non sorprende che il salone AgrieTour sia sempre rimasto qui: la 23esima edizione si svolgerà ad Arezzo dal 14 al 16 novembre e vedrà la presenza di oltre 100 tour operator provenienti da 22 Paesi e di 400 agriturismi che presenteranno la propria offerta turistica rurale. Il tema forte di questa edizione sarà l’innovazione nel settore, declinata in “Agri@Innovation-Intelligenza artificiale e Innovazione rurale reale” applicata all’accoglienza turistica di campagna e all’agricoltura. “Un’occasione per gli operatori per scoprire strumenti concreti, tecniche aggiornate e soluzioni digitali capaci di migliorare il lavoro quotidiano, l’esperienza degli ospiti e la sostenibilità del territorio”, affermano gli organizzatori
Offerta più ricca
In Italia le aziende sono più di 26mila, per un totale di circa 300mila posti letto, e il giro d’affari nel 2024 ha superato 1,6 miliardi di euro. Anche il 2025 è considerato un buon anno, caratterizzato da una progressiva destagionalizzazione, con l’aumento di soggiorni nei mesi fuori dai mesi estivi. L’offerta degli agriturismi si sta arricchendo di servizi complementari: degustazioni di vino e cibo, fattorie didattiche, esperienze rurali, attività sportive e culturali, con attenzione alla filiera corta, tracciabilità e sostenibilità ambientale. Le criticità che persistono sono la carenza di personale qualificato e l’aumento dei costi di gestione.
Silvia Pieraccini