La marmettola nel fiume Frigido (foto d'archivio)
Confindustria Toscana nord (che raggruppa gli imprenditori lapidei di Lucca) punta il dito contro la Regione Toscana per la mancata definizione di linee di indirizzo per il riutilizzo dei fanghi di lavorazione del settore lapideo, che potrebbero essere recepite dalle amministrazioni locali e mettere fine all’emergenza-smaltimento innescatasi (ancora una volta) nel distretto apuo-versiliese: “Definire linee di indirizzo è l’unica strada per favorire un processo di economia circolare in grado di portare beneficio a tutti: imprese, lavoro, ambiente e collettività locali”, affermano gli industriali accusando la Regione di essere stata finora con le mani in mano, anche di fronte alle proposte di riutilizzo degli scarti lapidei come la marmettola (i residui fangosi della segagione e della lavorazione delle pietre naturali).
Studi e progetti sul riutilizzo della marmettola finanziati da anni
“Da anni abbiamo finanziato studi e progetti certificati dall’Università e da laboratori accreditati – afferma Confindustria Toscana nord in un comunicato – per il riutilizzo della marmettola in un processo di economia circolare, ma dai tavoli regionali non è mai arrivata alcuna risposta alle nostre proposte di riuso in riqualificazioni ambientali o degli argini dei fiumi, o come impermeabilizzante”. Tutto questo mentre “in altre regioni pratiche simili costituiscono prassi consolidate”.
“Adesso – concludono gli industriali – ci ritroviamo a chiedere che la Regione autorizzi depositi temporanei per evitare il blocco delle produzioni. Vivere continuamente nell’emergenza, anche quando questa potrebbe essere evitata, porta i nostri sistemi produttivi a una lenta, inesorabile fine”.
Silvia Pieraccini