Lavoro in pelletteria
Finanziare gli ammortizzatori sociali, sostenere gli investimenti, facilitare l’accesso al credito: sono queste alcune delle misure discusse al tavolo della Regione Toscana sulle difficoltà del sistema moda, un tavolo permanente con le associazioni sindacali e datoriali “che vedrà riunioni periodiche da un lato per monitorare la situazione e dall’altro per individuare le misure che fra Regione e Governo possono essere prese”, ha spiegato il governatore Eugenio Giani, che ha inviato una lettera al ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.
Mentre i rappresentanti delle imprese, principali interlocutori al tavolo, sono ancora cauti. Piuttosto soddisfatte le dichiarazioni delle associazioni delle Pmi, che avevano chiesto da più di due mesi la convocazione del tavolo. Silenzio da Confindustria e dalle associazioni dei conciatori. In entrambi i casi, l’attesa è per riscontri più concreti.
Si cerca di stabilire un rapporto col Governo
“Per il comparto moda – scrive Giani nella lettera – la Cassa Integrazione a febbraio 2024 ha fatto segnare un +189% rispetto allo stesso mese del 2023. Secondo il nostro centro studi Irpet, la produzione industriale in Toscana ha segnato -5% a dicembre 2023, confermando un trend negativo. E la situazione mi risulta sia simile anche in altre regioni italiane, vista la trasversalità del sistema moda, che in Toscana significa anche il distretto conciario fornitore dei grandi marchi italiani e stranieri e delle relative filiere nei vari segmenti”.
A Urso si chiede che il tavolo nazionale di settore sia aperto anche alle Regioni, attualmente non presenti, mentre con la ministra del Lavoro Marina Calderone si parlerà di ammortizzatori sociali dedicati. Del resto c’è anche una risoluzione bipartisan approvata in commissione Sviluppo economico del Consiglio regionale a impegnare il presidente della giunta regionale ad attivarsi nei confronti del Governo affinché “vengano attivati strumenti e misure in grado di sostenere l’intera filiera”, dunque ammortizzatori sociali come la cassa integrazione, rinegoziazione dei finanziamenti, facilitazioni per l’accesso al credito, favorire percorsi di aggregazioni tra le aziende. A livello regionale si andranno a costituire due tavoli: uno sulla moda, e uno specifico sulla concia/pelletteria che dovrebbe essere riconvocato a breve.
Serve la Cig, e c’è un’idea per i fondi europei
Nella lettera a Urso, Giani ha anticipato la necessità di “dare continuità agli ammortizzatori sociali in scadenza a fine mese (valutando anche ammortizzatori in deroga), di consentire moratorie temporanee sul credito o finanziamenti calmierati, formazione aggiuntiva, dialogo con le case di moda per tutelare la filiera produttiva”.
La cassa integrazione, soprattutto, “è necessaria per dare respiro ad aziende in crisi e rilanciarle”, ha spiegato ai giornalisti il governatore, il quale ha posto l’accento sulla necessità di “una politica di investimenti per aziende che nel settore della moda, per reggere il mercato, non possono e non devono essere gravate oltre modo dagli investimenti necessari alla ristrutturazione dei cicli produttivi. Per questo possono essere utilizzati i fondi europei, naturalmente calibrando anche risorse del Pnnr che possono essere destinate a questo scopo”.
Cna e Confartigianato soddisfatte: “Segnale positivo”
La prima convocazione del tavolo della moda è stata accolta con soddisfazione da Cna Toscana e Confartigianato Imprese Toscana, che dallo scorso febbraio lo richiedevano alla Regione. “E’ sicuramente un segnale positivo e di grande attenzione da parte della Regione Toscana – afferma Paolo Pernici, presidente di Cna Federmoda Toscana -, confidiamo che si apra a stretto giro anche la fase operativa per dare al più presto le risposte e gli strumenti necessari per affrontare la crisi”. Per Moreno Vignolini, presidente della Confartigianato Moda regionale, “la Toscana è una regione in cui sono presenti e ben sviluppate importanti filiere: tessile, abbigliamento, cuoio, calzaturiero, pelletteria. Costituisce quindi un laboratorio ideale in cui elaborare efficaci politiche di aiuto e di rilancio del sistema moda”.
Leonardo Testai