La raccolta delle olive quest’anno andrà (un po’) meglio rispetto alla scarsa produzione del 2021, ma i costi in rialzo – dall’energia che alimenta i frantoi al vetro delle bottiglie fino alla carta delle etichette – e il clima sempre più caldo non lasciano tranquilli gli olivicoltori toscani. La produzione stimata per la campagna oleicola 2022 si aggira sui 110-120mila quintali di olio, di cui circa 25mila saranno certificati Igp Toscano (+20% rispetto all’anno scorso), il principale olio italiano di qualità venduto all’estero.
La Regione autorizza la modifica (temporanea) al disciplinare
La certificazione di gran parte dell’Igp Toscano (anche) quest’anno sarà possibile solo grazie alla modifica temporanea del disciplinare che il consorzio dei produttori ha richiesto, e la Regione ha accordato nelle settimane scorse: la motivazione alla base è il clima sempre più caldo che ha costretto, nella maggior parte del territorio, ad anticipare la raccolta delle olive per evitare l’infezione della mosca olearia, con la conseguenza di avere una composizione acidula (soprattutto i livelli degli acidi grassi saturi) diversa rispetto a quella stabilita. Se il disciplinare non fosse stato modificato, l’olio non sarebbe potuto essere certificato Igp “con notevole perdita di valore del prodotto”, afferma la delibera della Giunta regionale che autorizza la deroga.
Le temperature sono cresciute negli ultimi anni
Rispetto agli anni Novanta, quando fu scritto il disciplinare dell’olio extravergine d’oliva Igp Toscano, il clima ha subito un profondo cambiamento, tanto che quest’anno – come si legge nella delibera – la temperatura in giugno è stata tre gradi in più rispetto al periodo 1981-2020 e in luglio ha segnato 2,6 gradi in più. Anche in settembre le temperature sono state sopra le medie diurne. Per questo il consorzio dell’olio Igp Toscano chiede da tempo la modifica del disciplinare, traguardo che – tra ritardi e rinvii – dovrebbe essere raggiunto nella prossima campagna 2023-2024.
Nel frattempo l’unica soluzione per certificare l’olio prodotto è stata quella di richiedere (l’ennesima) modifica temporanea. “Il provvedimento serve ad aggiornare il disciplinare per renderlo più contemporaneo, visto l’andamento climatico degli ultimi anni che ha portato maturazioni precoci del frutto”, spiegano al consorzio. La qualità dell’olio – è l’assicurazione – non subisce alcuna diminuzione.
Silvia Pieraccini