I grandi cantieri navali della Toscana non sono in grande allarme per le sanzioni economiche alla Russia. Nel giro di due giorni The Italian Sea Group e Sanlorenzo, due fra i più importanti player di settore con attività in regione, hanno diffuso comunicazioni tese a relativizzare l’impatto della crisi in Ucraina, e il peso sugli affari della clientela russa, grande ammiratrice dei megayacht prodotti nel distretto toscano della nautica. Buone notizie in vista dei saloni Yare e Seatec-Compotec Marine.
“Esposizione marginale verso i clienti russi”
Per Massimo Perotti, presidente e amministratore delegato di Sanlorenzo, gruppo ligure con un cantiere in Versilia, “è marginale la nostra esposizione verso i clienti russi, che rappresenta solamente il 7,7% del backlog ed è distribuita su tre esercizi. Abbiamo infatti saputo cogliere la forte accelerazione di altre aree geografiche, in cui tutte le tre divisioni del gruppo sono cresciute in modo organico, a partire dagli Stati Uniti, mercato strategico nel quale abbiamo realizzato le migliori performance”. Sanlorenzo nel 2021 ha realizzato una crescita del 28% dei ricavi netti del nuovo, e del 47,8% per quanto riguarda l’utile, con un backlog al 31 dicembre di 915,6 milioni di euro, più che raddoppiato rispetto al 2020.
Fra i cantieri navali attivi con la Russia, anche The Italian Sea Group fa sapere che “la produzione delle commesse in progress e le attività di refit proseguono senza alcun rallentamento”, e che a oggi “è in essere soltanto un contratto con un cliente russo; in particolare, la società deve ancora incassare 6 milioni di euro relativi al saldo consegna nave, prevista nei primi mesi del 2023. Si evidenzia comunque che il soggetto contraente non rientra tra quelli colpiti da sanzioni internazionali”. In generale, afferma Tisg, “nessun ordine è stato cancellato e non si è manifestato alcun ritardo nei pagamenti degli Stati di avanzamento lavori contrattuali in essere”.
Non è di Putin il megayacht da 140 metri
Tisg ha anche precisato che lo yacht di 140 metri Scheherazade, “attualmente in cantiere per attività di manutenzione, non è riconducibile alla proprietà del presidente russo Vladimir Putin”, come ipotizzato negli ultimi giorni dalla stampa.