Le indiscrezioni delle ultime settimane hanno trovato conferma: il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani è stato nominato commissario straordinario per il rigassificatore che, nelle intenzioni del governo (ma non del Comune), dovrebbe essere collocato a Piombino. Insieme a lui, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha nominato il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, commissario straordinario per il rigassificatore che, stavolta con il consenso del livello amministrativo locale, dovrebbe essere collocato a Ravenna.
I commissari Giani e Bonaccini, secondo quanto reso noto da Palazzo Chigi, comunicheranno alla Presidenza del Consiglio, al ministro della Transizione ecologica e al ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili le istanze relative alla realizzazione delle opere nonché i progetti autorizzati. “Le opere – si afferma – saranno finalizzate all’incremento della capacità di stoccaggio e rigassificazione nazionale mediante unità galleggianti e saranno collegate alle reti di trasporto esistenti a livello regionale”.
La Golar Tundra pronta nel 2023, ma dove?
Su mandato del governo, così come stabilito agli albori della guerra in Ucraina, nei giorni scorsi Snam ha annunciato l’acquisto della nave di stoccaggio e rigassificazione Golar Tundra: l’imbarcazione, costruita nel 2015, può operare sia come nave metaniera per il trasporto del gas naturale liquefatto (Gnl) sia come rigassificatore galleggiante (Fsru). La nave ha una capacità di stoccaggio di circa 170mila metri cubi di Gnl e una capacità di rigassificazione continua di 5 miliardi di metri cubi l’anno: secondo Snam, da sola potrà contribuire a circa il 6,5% del fabbisogno nazionale di gas. La Golar Tundra potrà iniziare la propria attività nel corso della primavera del 2023.
L’idea originaria di collocazione del rigassificatore acquistato da Snam era proprio quella legata a Piombino, con il sostanziale assenso del governatore (ora anche commissario) Giani. Tuttavia il Comune – e, in maniera più moderata, l’Autorità portuale – ha espresso da tempo le sue riserve sul progetto. Scatenando anche un caso politico: “Il Governo secondo me dovrebbe seriamente valutare tutte le alternative possibili, perché Piombino è una città che sta cercando di riorganizzarsi anche con una vocazione turistica per superare il suo passato”, ha affermato nei giorni scorsi Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, il partito del sindaco Francesco Ferrari. Sul piede di guerra anche i comitati ambientalisti del territorio, che hanno annunciato un’assemblea pubblica per il 14 giugno e un corteo in città per il 17 giugno.
Bonaccini (Pd, come Giani), ha invece garantito per Ravenna: “Ho letto che il sindaco di Piombino – ha dichiarato – vuole rinunciare a ospitare nel porto della città le navi che trasportano Gnl. Noi in Emilia-Romagna ci siamo, e confermiamo la nostra candidatura già avanzata al Governo”.
“Tenere insieme ambiente e interesse nazionale”
“Cercherò di svolgere il compito che mi ha affidato lo Stato tenendo insieme l’interesse nazionale e la compatibilità ambientale in armonia con la comunità del territorio, e con tutte le forze e i soggetti interessati”, ha dichiarato Giani, ringraziando Draghi e il governo per la fiducia. “Nella realtà di Piombino, accanto all’individuazione del miglior posizionamento del rigassificatore, sarà necessario considerare anche altri aspetti, come le bonifiche nelle aree limitrofe, gli interventi infrastrutturali stradali necessari per arrivare al porto e la caratterizzazione dello sviluppo del territorio all’insegna delle energie rinnovabili, con la prospettiva, anche, di farne una ‘hydrogen valley’ di rilievo nazionale”.
Il rigassificatore, ha poi aggiunto il governatore adesso anche commissario, “si inserisce nella fase più delicata per la rigenerazione e la valorizzazione della siderurgia a Piombino. Al farsi carico di un così forte interesse nazionale, deve accompagnarsi un sostegno da parte del Governo perché Piombino possa venire riconosciuto come polo strategico, capace di attrarre investimenti e creare lavoro e sviluppo nei suoi impianti siderurgici”.
Si lavora anche all’addendum per le acciaierie
L’annotazione di Giani arriva alla vigilia della convocazione al ministero dello Sviluppo economico per il primo degli incontri che potrebbero portare alla sottoscrizione di un addendum all’accordo di programma del 2019 per le acciaierie ex-Lucchini. “Quello che noi chiediamo – ha spiegato il presidente della Regione – è che nell’addendum il lavoro che Jindal può avere da Rfi per la realizzazione delle rotaie sia molto condizionato alle prospettive di sviluppo”. Giani ha precisato che Regione e sindacato vogliono “il forno elettrico, la bonifica della falda e delle aree intorno: noi come Regione abbiamo messo 10 milioni ed è giusto che lo Stato metta la sua parte. E poi tutta una serie di cose a garanzia del lavoro e dell’attività di Piombino”.