La startup pratese Rifò, che produce capi d’abbigliamento con fibre riciclate, ha chiuso un round di investimento da 1,5 milioni di euro (che segue quello da 300mila euro del febbraio 2020): hanno creduto nel progetto nuovi soci industriali come l’azienda pratese di filati Filpucci; Gm Investimenti srl, veicolo d’investimenti dell’imprenditore piemontese Giuseppe Miroglio; a|impact, società d’investimento in Pmi e startup innovative; e la società fiorentina di locazioni immobiliari Abnormal.
Una delle poche BCorp del settore moda
Rifò – dal 2020 certificata BCorp -ha chiuso il 2021 con quasi due milioni di fatturato e punta a salire a tre milioni quest’anno con 20 addetti. Ora l’obiettivo è lo sviluppo internazionale, attraverso l’ampliamento della rete di distribuzione attuale formata da 100 negozi multibrand in Italia, Germania, Svizzera, Austria, Belgio e Canada.
“Questo aumento di capitale è una nuova sfida per noi. – affermano i soci di Rifò, Niccolò Cipriani e Daniele Ceni -. Utilizzeremo le risorse per ampliare la collezione di abbigliamento basata su fibre rigenerate, ma anche e soprattutto per potenziare i nostri servizi di raccolta di vecchi indumenti”. Rifò è infatti anche un progetto di economia circolare collaborativo. “Continuiamo a credere che coinvolgere le persone dando loro la possibilità di trasformare un rifiuto in una risorsa – aggiunge Cipriani – sia uno degli aspetti che ci differenzia dagli altri brand sostenibili”.
Quest’anno Rifò è stata selezionata per partecipare a due programmi di accelerazione gestiti dalla società fiorentina Nana Bianca: E-Qube, la call per imprese innovative impegnate nel settore clean energy e nell’economia circolare, promossa da Estra; e Italian Lifestyle, progetto di Intesa Sanpaolo Innovation Center e Fondazione CR Firenze pensato per per avvicinare le grandi aziende del territorio alle startup tecnologiche che offrono soluzioni e prodotti innovativi.