Consentire a Qf Spa di effettuare lo smobilizzo dei materiali e dei rifiuti dalla fabbrica Gkn di Campi Bisenzio, ma allo stesso tempo lavorare alla ricerca di nuovi investitori per il rilancio produttivo dello stabilimento. E nel frattempo, erogare gli ammortizzatori sociali ai più di 300 dipendenti ora in carico a Qf. E’ questo il sentiero stretto che le istituzioni provano a tracciare per la (difficile) reindustrializzazione della fabbrica. Mentre la Rsu ha fatto partire una sorta di referendum popolare sul futuro dello stabilimento, che si terrà fino all’11 dicembre con oltre 100 seggi, oltre 300 volontari attivati, decine di organizzazioni e associazioni mobilitate.
Con la consultazione si chiede a ogni cittadino che andrà a votare ai seggi se è “favorevole a un intervento pubblico immediato – si legge sulla scheda – così come all’eventuale concessione della cassa integrazione, vincolandoli però al principio di pubblica utilità e controllo pubblico”. Questo perché, sostiene la Rsu, “la vera alternativa non è tra intervento pubblico e privato, ma tra intervento pubblico a coprire i costi del privato o intervento pubblico con pubblica utilità e controllo pubblico”.
Dal Ministero un appello “di ragionevolezza”
L’incontro del 30 novembre al ministero delle Imprese e del Made in Italy tra il ministro Adolfo Urso, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e il sindaco di Firenze Dario Nardella, si era chiuso con “un appello di ragionevolezza alle lavoratrici ed ai lavoratori” condiviso da tutti e tre i soggetti, “per consentire di completare le procedure necessarie per gli ammortizzatori sociali previsti: si chiede quindi a tutti i lavoratori di consentire l’accesso allo stabilimento. Allo stesso tempo si chiede alla società di redigere e formalizzare il piano necessario per la richiesta di cassa integrazione, passo fondamentale per il futuro industriale dello stabilimento nell’interesse comune”.
Proprio l’assenza di un piano industriale ben definito, anche alla luce dell’uscita di Qf Spa dal consorzio Irislab, che doveva avere un ruolo determinante nel percorso di reindustrializzazione della ex Gkn, aveva fatto naufragare la richiesta di Cassa integrazione al ministero del Lavoro.
Il Collettivo di Fabbrica non ha commentato, anche se a quanto si apprende non ha gradito l’appello. Ha invece parlato, e in tono critico, la Fiom-Cgil: “Leggere in una nota congiunta che non è consentito l’accesso allo stabilimento significa mistificare la realtà”, attacca il sindacato, secondo cui “è così accessibile a tutti che proprio la Regione Toscana ha dichiarato la propria volontà di mandare i tecnici a visitarlo al fine di favorire lo scouting pubblico, e il 6 dicembre anche il Comune di Firenze riunirà lì la commissione lavoro”.
La Regione punta a coinvolgere nuovi soggetti
“L’incontro di ieri al ministero con Adolfo Urso ha permesso di illustrare al ministro la necessità e l’impellenza di dare seguito all’impegno di erogare gli ammortizzatori per i lavoratori ex Gkn”, ha affermato Giani dal canto suo, sottolineando che “all’azienda viene richiesto di collaborare alla ricerca di nuove soluzioni per lo stabilimento, anche supportando l’azione delle istituzioni, e di assicurare il pagamento di quanto dovuto ai dipendenti. C’è poi la disponibilità della Regione ad attivarsi per la ricerca di nuovi investitori che possano essere interessati al sito”.