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Innovazione

24 febbraio 2025

Energie rinnovabili, gli occhi delle aziende sono puntati sull’accumulo

Cna fa il punto a Firenze: con i sistemi di stoccaggio è possibile ottimizzare gli investimenti fatti per la produzione.

Leonardo Testai
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Mettere in condizione le imprese artigiane di autoprodurre e condividere energia pulita e ad un costo più contenuto: è un obiettivo di Cna, che ha fatto il punto a Firenze sul tema dello stoccaggio delle energie rinnovabili, illustrando i progetti di ricerca in corso, ma soprattutto presentando alle aziende alcune tecnologie già sul mercato e utilizzabili per non mandare sprecata – o dover cedere a poco prezzo – l’energia green prodotta.

E’, questo, un tassello della proposta avanzata da Cna al governo nazionale per introdurre incentivi mirati allo sviluppo di nuova capacità da fonti rinnovabili nell’ambito della rinegoziazione in corso del Pnrr: un credito d’imposta pari al 50% dell’investimento per installare piccoli impianti fotovoltaici (fino a 200 KWh) sfruttando i tetti degli immobili strumentali delle piccole imprese. La proposta Cna, nel dettaglio, prevede una dotazione di 2,5 miliardi di euro nel triennio per finanziare l’installazione di 8.700 MW di nuova capacità, con conseguente riduzione dei consumi di gas di oltre un miliardo di mc l’anno e un taglio al costo della bolletta stimato dall’associazione intorno al 60%.

“Così si ottimizza l’investimento in rinnovabili”

Da parte delle imprese “in questo momento c’è un interesse mostruoso”, sostiene Argeo Bartolomei, presidente di Cna Industria Toscana. “Le imprese oggi hanno finito, o comunque hanno iniziato per certi versi l’investimento sull’acquisizione degli impianti: ma il loro business finisce nel momento in cui utilizzano tutta l’energia che gli serve, perché il sabato e la domenica avrebbero una produzione di energia importante, ma la perdono. Se io faccio l’investimento di un fotovoltaico, il 52% di quello che mi servirebbe di energia lo perdo. Il sistema di accumulo però permette di ottimizzare l’investimento sull’acquisizione, perché così ho un rendimento più esteso”.

Da un lato c’è la possibilità di far lavorare meglio le Comunità energetiche rinnovabili, le Cer, ma non solo: “Il sabato e la domenica se sono un’impresa non lavoro – osserva Bartolomei -, e ho energia in eccesso: per non sprecarla, il gestore me la compra, ma a dei prezzi da regalo. Se piano piano ci dotiamo come imprese di un sistema di accumulo distribuito, il lunedì mattina ho migliaia di watt da reimmettere nella mia zona. Diventerà un vantaggio difficile da realizzare immediatamente, perché il gestore è sempre quello: ma arrivando ad avere 8.700 MW installati in più, avremmo un potere contrattuale verso il governo, che potrebbe comprare energia dalle nostre aziende anziché importarla dall’estero, risparmiando anche il costo di trasporto”.

Dal sale all’idrogeno, nuove soluzioni per l’accumulo

Alla platea di piccole imprese che hanno partecipato all’evento di Firenze, Cna ha presentato soluzioni di accumulo di energia basate su batterie Basate su Cloruro di Sodio (NaCl), batterie al Litio-Ferro-Fosfato, sistemi di stoccaggio a Idrogeno: ma ci sono anche altri sistemi già collaudati, come le batterie a flusso di Vanadio, e altri ancora allo studio, come illustrato dai ricercatori del Cnr che hanno animato la sessione della mattina. La ricerca di soluzioni alternative alle tradizionali batterie a ioni di litio viene considerata infatti necessaria: i prezzi delle batterie li-ion mostrano infatti un trend discendente negli ultimi 10 anni, ma sono sempre più sensibili alla volatilità dei prezzi dei minerali, che oggi rappresentano circa il 30% del costo di una batteria.

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Leonardo Testai

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