Il tempo della resistenza è scaduto. La fatica delle imprese nel dribblare gli ostacoli incontrati sul cammino della ripresa – i costi energetici sopra tutto, ma anche quelli delle materie prime – si fa sentire e, senza interventi immediati, porterà conseguenze fatali.
E’ il presidente di Confindustria Toscana, Maurizio Bigazzi, a rilanciare oggi, 2 settembre, l’allarme-sopravvivenza: “O si interviene subito – afferma – oppure, nell’anno nuovo, anche in Toscana si conteranno i gravi e irreversibili danni al sistema produttivo”. Fino a oggi le imprese hanno resistito erodendo i margini, aggiunge Bigazzi, ma ora sarà sempre più difficile “perché gli insostenibili costi le stanno uccidendo”.
Sì agli impianti rinnovabili e al rigassificatore di Piombino
Tra i provvedimenti che il presidente degli industriali toscani vede con favore ci sono gli impianti di energie rinnovabili che sono stati sbloccati ieri, 1 settembre, dal Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Mario Draghi, e cioè la centrale geotermica da 10 Mw di Abbadia San Salvatore (Siena), ai piedi del Monte Amiata, e l’impianto eolico da 29,6 Mw sul Monte Giogo, in Mugello; e anche la nave rigassificatrice che dovrebbe essere installata nel porto di Piombino per trasformare allo stato gassoso, e immettere nella rete nazionale, il gas in arrivo in forma liquida da varie parti del mondo. “L’impianto previsto a Piombino è un elemento fondamentale di quella strategia nazionale che consentirà a imprese e famiglie di fronteggiare l’emergenza energetica”, afferma.
Gli industriali pisani: si rischiano fermi e cassa integrazione
L’allarme per l’aumento dei costi energetici “fuori controllo” preoccupa anche la presidente dell’Unione Industriale pisana, Patrizia Pacini: “Si rischiano fermi e cassa integrazione pur avendo ordini – dice – la politica intervenga subito, le soluzioni ci sono, serve il coraggio”. E per diminuire il costo dell’energia e la dipendenza da altre nazioni, Pacini elenca: centrali geotermiche, rigassificatori e termovalorizzatori, potenziamento del fotovoltaico, snellimenti burocratici. “Le uniche soluzioni che vediamo percorribili a breve termine – conclude la presidente degli industriali pisani – sono aumentare gli approvvigionamenti di gas naturale liquefatto tramite nuovi rigassificatori; aumentare la capacità dei tre già esistenti; svincolare il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas naturale; mettere un tetto al prezzo massimo del gas sul mercato europeo”. Secondo gli industriali di Pisa questa crisi è ancora più grave della pandemia: esattamente la stessa posizione sostenuta dagli industriali di Prato, Pistoia e Lucca.
Silvia Pieraccini