una lavorazione nella pelletteria Emmetierre di Scandicci
“Il Tavolo della moda può diventare uno strumento con finalità diverse e più strutturali rispetto alla gestione dell’emergenza”. E’ l’auspicio espresso da Francesco Marini, presidente della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord, a 48 ore dalla riunione al Mimit con il governo, le associazioni di categoria e i sindacati. Una riunione nella quale il ministro Adolfo Urso ha annunciato un primo pacchetto di misure, accolto senza particolari entusiasmi dal mondo delle imprese di un settore in evidente difficoltà.
“E’ necessario percorrere anche un altro binario – sostiene Marini – oltre a quello delle misure emergenziali, un binario che guardi al futuro non immediato. Per un settore come la moda, fondamentale per l’economia nazionale, vale la pena delineare politiche industriali che recepiscano le istanze delle imprese, la loro voce e la loro esperienza. Occorre favorire e accompagnare gli investimenti delle imprese nel percorso verso una nuova economia, quella che ha nella sostenibilità il suo riferimento essenziale. Lo Stato dimostri di credere nella moda, settore identitario con un valore che per il ‘brand Italia’ va anche al di là di se stesso”.
I temi toccati nella riunione del Tavolo della moda “sono corretti e rispecchiano i capitoli che anche la nostra associazione ha evidenziato e caldeggiato”, sostiene il rappresentante di Confindustria Toscana Nord, aspettando “misure concrete” su credito e ammortizzatori sociali. Ma per il credito di imposta per ricerca e sviluppo 2015-2019, osserva, “occorre una soluzione radicale: riconoscere che per la moda, che per le sue caratteristiche intrinseche è orientata soprattutto alla ricerca estetica, non possono valere le stesse regole di altri settori. Non si devono contestare le imprese perché le attività per le quali si è richiesto il credito non rappresentano un salto tecnologico: la moda è soprattutto creatività sul piano estetico”. (lt)