Oltre 8600 negozi sfitti in Toscana. I dati sono dell’ufficio studi di Confcommercio Toscana, che evidenzia anche come la regione, si collochi al quinto posto in Italia per numero di locali commerciali vuoti; e registri una tendenza in forte crescita rispetto alla media nazionale.
Quasi il 20% degli spazi commerciali toscani è attualmente inutilizzato (al di sopra della media nazionale che è del 15,1%). E l’associazione di categoria evidenzia come se non verranno adottate misure urgenti, “potrebbe portare alla chiusura fino a un quarto delle attività entro il 2035“.
Le città a rischio e settori più colpiti
La desertificazione colpisce soprattutto i centri storici, dove la perdita di negozi di vicinato prosegue infatti dal 2012. Pistoia e Arezzo risultano le città più esposte, con un calo previsto fino al 27%. Seguono Lucca, Livorno e Massa, che potrebbero perdere intorno al 25% delle attività. Anche Firenze, Siena e Pisa una contrazione di circa il 20%, mentre Prato sembra mostrare una maggiore resistenza, pur stimando un – 16,6%.
I settori più colpiti sono quelli più esposti alla concorrenza digitale e dei grandi formati:
- – Abbigliamento
- – Calzature
- – Articoli culturali e ricreativi
- – Mobili
- – Ferramenta
Rigenerazione urbana e interventi proposti
Per fermare la tendenza al calo, Confcommercio Toscana propone una rigenerazione urbana della regione basata su un’agenda urbana condivisa fra Regione, Comuni e categorie economiche.
L’obiettivo è coordinare risorse, riaprire negozi sfitti e sostenere nuove attività di prossimità. Tra le priorità, proposte da Confcommercio Toscana, figurano il rilancio dei centri storici, il miglioramento della logistica urbana e la creazione di iniziative che riportino vitalità nelle strade toscane. (ap)