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21 giugno 2024

Cinquant’anni di Cgil Toscana: vite, storie, nuove mobilitazioni

Appuntamento di festa e riflessione alla Fornace di Sammontana di Montelupo Fiorentino (Fi) con Maurizio Landini e i vertici della Cgil Toscana.

Silvia Gigli

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Maurizio Landini, Rossano Rossi, Emiliano Fossi, Eugenio Giani

Maurizio Landini, Rossano Rossi, Emiliano Fossi, Eugenio Giani

“È una giornata importante perché la Cgil, nata più di 120 anni fa, è sempre stata uno strumento per migliorare la condizione delle persone e di estensione e difesa della democrazia e della libertà” dice il segretario generale della Cgil Maurizio Landini all’iniziativa alla Fornace di Sammontana di Montelupo Fiorentino (Firenze) tenutasi per celebrare i 50 anni della Cgil Toscana.

Una giornata di incontri con la partecipazione, oltre al segretario Landini, del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, del segretario del Pd Toscano Emiliano Fossi e del segretario regionale della Cgil Rossano Rossi. “Non è un caso – continua Landini – che in un territorio come questo ci sia una quantità di iscritti in rapporto agli abitanti che è tra i più alti del Paese e che indica che da sempre la Cgil si vuole occupare di tutti i bisogni, non solo della tutela nei luoghi di lavoro. Vogliamo difendere e rappresentare i bisogni di tutte le persone nella loro vita, dal diritto alla salute allo studio, dalla casa alla cultura“.

Rossi: “Traguardo importante, continueremo a mobilitarci”

Il segretario generale Cgil Toscana Rossano Rossi, dal canto suo, ha voluto sottolineare “il traguardo importante. Vogliamo vederlo come un punto di partenza per nuove conquiste. Andremo avanti con le mobilitazioni”. Sono stati premiati i segretari che hanno guidato l’organizzazione in questi cinque decenni. La premiazione (con un’opera di Sergio Staino) è andata a Gianfranco Bartolini, Gianfranco Rastrelli, Oriano Cappelli, Guido Sacconi, Franco Martini, Luciano Silvestri, Alessio Gramolati e Dalida Angelini. Sono stati poi premiati i vincitori del concorso giornalistico dedicato al giornalista Nazzareno Bisogni. Cgil, Associazione Stampa Toscana e Ordine dei Giornalisti hanno spiegato: “A quasi due anni dalla sua scomparsa, la presenza di Nazzareno resta ancora forte e presente in tutti noi, con questo premio continuiamo a portare avanti il suo ricordo e il suo esempio facendolo nel modo in cui lui credeva, cioè cercando di valorizzare il lavoro di giovani giornalisti e giornaliste”. Per la sezione “Lavori testuali” è stata premiata Azzurra Giorgi per l’articolo “Il viaggio di Narim a 12 anni da solo dall’Eritrea a qui”, pubblicato su Repubblica Firenze in data 05-10-2023; per la sezione “Audiovisivi” è stata premiata Laura Bonaiuti per il videoservizio “In fila per un pasto caldo”, trasmesso sui canali di Rtv38 in data 15-11-2023).

I numeri sono tornati a salire: 498mila iscritti in Toscana

Una giornata ricca di spunti e dibattiti. Con numeri che parlano da soli: 498mila iscritti, tornati ad aumentare, oltre 5.800 delegati, 293 sedi: ecco la Cgil Toscana oggi a cinquant’anni da quel 21 giugno 1974, data in cui fu fondata a Firenze. “C’è ancora tanto da lottare- ha continuato Rossi -. C’è un Governo che fa scelte sbagliate da contrastare: siamo in campo con la raccolta firme per i referendum sul lavoro contro Jobs Act e precarietà e per la sicurezza, ci mobiliteremo contro il premierato, una verticalizzazione del potere senza precedenti e senza paragoni nelle democrazie occidentali, e l’autonomia differenziata, una controriforma che fa male a tutto il Paese acuendone le diseguaglianze. Anche contro l’autonomia differenziata useremo lo strumento dei referendum, insieme a tanti compagni e compagne di viaggio”.

Il punto di Ires: boom del lavoro povero, cala il Pil pro capite

Ires regionale ha inoltre presentato un focus economico sulla Toscana che, in sintesi, mette in luce il boom di precariato e del lavoro povero e la diminuzione del Pil pro Capite. Stando ai dati Ires, il 35% dei dipendenti dei settori privati (non agricoli) in Toscana è part-time, il 46,5% ha un lavoro discontinuo (inferiore alle 52 settimane su base annua) e solo il 39,8% è a tempo pieno per tutto l’anno. Non solo: il 58% di tutti i lavoratori sopra descritti guadagna meno di 15.000 euro lordi. Dice Maurizio Brotini, presidente di Ires Toscana: “I bassi salari, quelli per i quali si è poveri pur lavorando, dipendono quindi sia dalla precarietà del lavoro sia dal mancato tempo pieno, sia dalla crescita di lavori con redditi più bassi di quelli medi dell’industria. Pil pro capite: se al 2000 la Toscana occupava la 51° posizione tra le regioni d’Europa, al 2021 tracolla alla 99°, perdendo ben 48 posizioni: l’arretramento peggiore dopo quello dell’Umbria che ne perde ben 62, passando dalla 75° alla 137° posizione. Il Veneto arretra di 36 posizioni, passando dalla 38 alla 74 posizione”.

Il lavoro sui media e sui social: incertezza e insoddisfazione

Due innovativi sondaggi (a cura di Osservatorio Futura-Fondazione Di Vittorio) hanno mostrato poi come viene rappresentato il lavoro toscana su media e social: la tematica più affrontata è la sicurezza, lo stato d’animo più diffuso l’indignazione e sul ruolo del lavoro nella costruzione di identità individuali e collettive emergono insoddisfazione, scarse retribuzioni, difficoltà a conciliare tempi vita-lavoro, rischi di stress emotivo; espressa fiducia nel sindacato. E l’incertezza lavorativa pesa assai di più del carico di lavoro che dello stress emotivo legato al lavoro. Aspetto significativo che qui non sono i più giovani a soffrire dell’incertezza, ma la fascia tra i 35 e i 55 anni; si ribalta la situazione per lo stress emotivo che è l’elemento di logoramento maggiormente pervasivo della fascia inferiore ai 35 anni. Un quadro forse prevedibile ma che non può non far riflettere.

Autore:

Silvia Gigli

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