Si chiama “La Firenze di domani” il documento unitario realizzato da Cgil, Cisl e Uil e dedicato a chi amministrerà Firenze dopo la prossima tornata elettorale. I tre sindacati denunciano innanzitutto il fatto che la città rischi di avere da una parte un centro storico sempre più svuotato e dall’altra una periferia “che si trova invasa da questo fenomeno di espulsione, che si prende oneri ed onori di gestire tutte le funzioni che le vengono riversate addosso ma rischiando di vedersi stravolta e di divenire dipendente e schiava da quanto il centro le lascia in eredità”. E il processo di trasformazione di questa ampia fascia cittadina “non è governato, è senza volto o indirizzo”.
Esiste poi “una terza fascia di questo territorio che si spopola perché marginale nelle connessioni, quella delle aree interne”. Cgil, Cisl e Uil disegnano quindi una Firenze a cerchi concentrici dove la periferia è costretta a subire i processi di trasformazione di un centro storico dominato dalla rendita, mentre invece dovrebbe essere “polivalente e policentrica”.
“Vogliamo un futuro diverso per l’area metropolitana”
“Noi vogliamo un futuro diverso per la nostra area metropolitana. Vogliamo un modello che sposti gli investimenti verso la produzione e il lavoro. Un modello produttivo ad alto valore aggiunto che competa per la qualità dei prodotti e dei servizi, per cui il lavoro significa “lavorare bene”, significa diritti, inclusione sociale e strumento di redistribuzione di ricchezza. Una città votata alla sostenibilità sociale ed ambientale. Che fa dell’equità sociale e dell’inclusione un valore distintivo” spiegano i sindacati che rivendicano una dimensione metropolitana delle azioni di governo del territorio.
Le proposte, dalle politiche per lo sviluppo agli appalti
Secondo i sindacati è oggi più che mai necessario “dare applicazione al “Patto per il lavoro” del dicembre 2021, ricostituendo un monitoraggio affinché i progetti inerenti alla transizione ecologica e digitale possano generare lavoro di qualità e contrastare la precarietà. Sostenere le opportunità di innovazione previste per le aziende e legate al Pnrr finalizzate ad una buona e stabile occupazione”. Si deve, insomma, progettare nella direzione della transizione ecologica per sviluppo comunità energetiche e dare sostegno alle energie rinnovabili.
Nei settori industriali e manifatturieri, inoltre, bisogna pensare a politiche di reshoring e di accorciamento delle filiere del subappalto e tutelare la sostenibilità delle aziende artigiane nelle filiere produttive. E’ necessario quindi favorire il mantenimento e la sviluppo sul territorio di players internazionali e “sviluppare sperimentazioni di economia di prossimità”. Massima attenzione, infine, al sistema fieristico e congressuale “rivitalizzando le attività di Firenze Fiera”.
Per quanto riguarda la Multiutility dei servizi pubblici locali, i sindacati condividono la necessità della costituzione di un’unica holding ma è necessario secondo loro che non sia “una mera operazione societaria e finanziaria”. Per questo deve dotarsi di strumenti che garantiscano la certezza di una governance pubblica, di un contenimento tariffario, di una riorganizzazione nella filiera degli appalti. Inoltre, proprio per contrastare quella che definiscono “la svalorizzazione del lavoro” ci vuole un protocollo per contrastare la totale destrutturazione del mercato del lavoro turistico in catene di subappalti e vanno contrastati i fenomeni di sfruttamento lavorativo dei cittadini di paesi terzi.
Un osservatorio permanente sui dati relativi agli infortuni sul territorio è necessario così come lo è il tema della sicurezza sui cantieri: “la procedura “Cantiere Trasparente” deve diventare la regola negli appalti pubblici. Chiediamo per questo il rinnovo dei protocolli sugli appalti con gli enti locali per l’applicazione delle clausole sociali, il contrasto al ribasso sul costo del lavoro, la corretta applicazione dei ccnl maggiormente rappresentativi”.
“Si rilanci la regia del sistema pubblico”
Secondo Cgil, Cisl e Uil è necessario il rilancio di una regia del sistema pubblico nel coordinare i vari attori presenti sul territorio per “garantire formazione effettivamente fruibile e di qualità realmente rispondente ai fabbisogni del territorio”. Va inoltre rilanciato un ruolo di indirizzo del pubblico per lo sviluppo degli ITS sul territorio anche attraverso modalità innovative di ricognizione dei fabbisogni e recupero di una regia pubblica sulla formazione professionale in quei settori che necessitano di manodopera di difficile reperimento. Ci vuole poi una rete territoriale “che promuova l’integrazione con servizi sociali e sanitari per implementare l’occupabilità con particolare attenzione a quegli individui che per età, genere o fragilità/disabilità hanno più difficoltà nell’entrare o ri-entrare nel mondo del lavoro”.
Infrastrutture, attenzione alla Foster e alla rete tramviaria
L’obiettivo deve essere portare a compimento le opere propedeutiche (nuova stazione Foster e sottoattraversamento in AV del nodo fiorentino) per decongestionare la stazione di Firenze SMN, e per liberare i binari di superficie per il trasporto metropolitano. Deve inoltre essere completata la rete tramviaria fiorentina, sviluppando un progetto di trasporto pubblico nelle aree industriali e ci vogliono altri parcheggi scambiatori in prossimità degli snodi del trasporto pubblico locale. Inoltre “lo Scudo Verde sia lo strumento per disincentivare il mezzo privato, sempre in presenza di alternative di mobilità collettive. Dopo la fase di monitoraggio che si concluderà entro il 2026, costituire da subito tavolo permanente per monitorare la fase sperimentale”. La logistica merci sia ambientalmente e socialmente sostenibile con piena valorizzazione anche dell’area di Mercafir come hub per la transizione green della logistica in città.
Infine, “per quanto tra le organizzazioni sindacali permanga un giudizio differente sulla condivisibilità del progetto di Masterplan proposto per l’ampliamento dell’aeroporto di Peretola, Cgil Cisl Uil condividono la
necessità di una qualificazione e uno sviluppo del sistema aeroportuale toscano complessivamente
inteso”.
Politiche per una città veramente abitabile
I sindacati, in questo caso, suggeriscono politiche urbanistiche per una città policentrica e senza monoculture e politiche che contrastino la desertificazione dei servizi diffusi, una regolamentazione del mercato degli affitti brevi sul territorio comunale, il rilancio delle politiche abitative attraverso riacquisizione di patrimonio pubblico, interventi di rigenerazione urbana per ottenere alloggi a costi calmierati con nuove case popolari, rilancio dell’agenzia sociale per la casa, silver housing per anziani, housing sociale, contributo affitti.
Segnalano inoltre la necessità dello “sviluppo della sanità territoriale con la realizzazione e piena funzionalità delle case della salute previste dai progetti Pnrr”. Chiedono l’aumento dell’offerta di nidi, l’assistenza agli anziani fragili per prolungarne l’autosufficienza nel domicilio, interventi di sostegno a situazioni di povertà e per il contrasto alla dispersione scolastica, la costituzione del tavolo di politiche di genere per il superamento delle discriminazioni, potenziare ed estendere il sistema d’accoglienza Integrata per i richiedenti asilo e contrarietà ai progetti di Cpr.
Questione sicurezza, si aumentino i presidi sul territorio
“Gli attuali problemi sul fronte della sicurezza e dell’illegalità sono figli di una situazione di marginalità crescente – spiegano -. Occorre quindi garantire la tutela della legalità incrementando attività di presidio e controllo del territorio, ma anche investire nella prevenzione e presa in carico di situazioni di bisogno”. Per esempio, affrontare il problema delle dipendenze, contrastare la povertà e offrire sostegno a chi è in condizioni di indigenza, accogliere e regolarizzare lavoratrici e lavoratori stranieri, rendere più vivi e animati con attività sociali, ricreative e culturali i quartieri della città a rischio. “É necessario investire in una città con maggiori possibilità di socializzazione e in cui gli spazi pubblici conoscano una vera vivacità comunitaria. Dobbiamo confrontarci con i cittadini per chiedere loro cosa serve, da una maggiore illuminazione alla videosorveglianza, da attività comunitarie a centri culturali”. (redgs)