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19 agosto 2025

Boom di cyber attacchi contro le imprese toscane, +88,3% in un quadriennio

Secondo Confartigianato il trend della regione è il peggiore in Italia. Fra le misure protettive anche polizze d’assicurazione.

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Se le Pmi sono ancora indietro rispetto alle strategie di cybersecurity, i malintenzionati non sembrano ricambiare la cortesia, soprattutto in Toscana: lo afferma proprio una delle associazioni più importanti del mondo dei ‘piccoli’, ossia Confartigianato, e la sua analisi rivela che fra il 2019 e il 2023 i reati informatici subiti dalla totalità delle imprese in Toscana sono aumentati dell’88,3%, dato che regala alla regione il poco ambito privilegio di guidare la graduatoria dei trend negativi del cyber a livello nazionale. Secondo lo studio, infatti, la Toscana precede Veneto (+63,7%), Marche (+56%), Puglia (+54,7%), Lazio (+53,2%), Emilia Romagna (+53%), Piemonte (47%), Lombardia (45,5%).

A livello nazionale in Italia i reati informatici – dagli attacchi cyber alle truffe – denunciati dalle aziende sono aumentati del 45,5% nel quadriennio preso in esame, a fronte della crescita del 10% di tutti gli illeciti a danno dell’attività d’impresa: “Dalle multinazionali alle piccole imprese – afferma il presidente di Confartigianato Marco Granelli – gli hacker non risparmiano nessuno: servono norme in materia di sicurezza digitale efficaci e facilmente applicabili da tutte le dimensioni d’impresa e incentivi per sostenere gli investimenti a tutela dei dati aziendali. La digitalizzazione se non adeguatamente protetta, espone le aziende a rischi sempre maggiori. Sono necessari conoscenze, strumenti pratici e risorse per difendersi. Ma soprattutto, occorre considerare la cybersicurezza un pilastro fondamentale dell’innovazione e della crescita economica”.

Polizze di cyber insurance, diffusione ancora lenta tra le Pmi

Tuttavia qualcosa si muove, seppur lentamente, dal punto di vista delle contromisure per la mitigazione del rischio cyber da un punto di vista tecnologico e di competenze: e anche per non dover temere più di tanto la percentuale di rischio residuo c’è una soluzione, rappresentata dalle polizze di cyber insurance. Una soluzione che deve ancora farsi strada fra le Pmi: a livello nazionale, secondo il Rapporto Cyber Index Pmi, sviluppato da Generali e Confindustria con il supporto scientifico dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection della School of Management del Politecnico di Milano e la collaborazione di Acn, al 2024, il tasso di diffusione delle polizze assicurative contro i rischi cyber tra le Pmi si attesta intorno al 31%, indicando che oltre due terzi delle imprese non sono ancora coperte. Si evidenzia però una crescita significativa rispetto al 2023, quando la percentuale si attestava al 17%.

Le ragioni principali di questa limitata adozione, secondo il Cyber Index, includono la scarsa consapevolezza dei rischi, la percezione di costi elevati, e la mancanza di informazione. Tuttavia, evidenzia il rapporto, le Pmi che hanno adottato una copertura assicurativa sui rischi cyber, naturalmente a valle di misure di gestione e mitigazione del rischio, “godono di diversi vantaggi competitivi, tra cui una miglior capacità di rispondere rapidamente a un attacco informatico, riducendo i tempi di inattività e limitando i danni”. L’offerta mette a disposizione diverse tipologie di polizze, sia per la copertura di casi specifici, sia di carattere generalista. (lt)

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