La raffineria Eni di Livorno può diventare una moderna bioraffineria: secondo quanto ha reso noto l’azienda, la progettazione dei nuovi impianti a Livorno sarà ultimata entro il 2023, e la realizzazione potrebbe avvenire entro il 2025. L’annuncio di Eni fa seguito alle anticipazioni del marzo scorso, e all’incontro dei rappresentanti del cane a sei zampe con il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il sindaco di Livorno Luca Salvetti, e il sindaco di Collesalvetti Adelio Antolini.
Lo studio di fattibilità per la bioraffineria – quella di Livorno sarebbe la terza per Eni, dopo Venezia e Gela – prevede la costruzione di tre nuovi impianti per la produzione di biocarburanti idrogenati: un’unità di pretrattamento delle cariche biogeniche, un impianto Ecofining da 500mila tonnellate/anno e un impianto per la produzione di idrogeno da gas metano. La realizzazione della nuova bioraffineria all’interno dell’area industriale di Stagno, che oggi ospita gli impianti per la produzione di carburanti e lubrificanti, secondo l’azienda consentirebbe di massimizzare le sinergie con le infrastrutture già disponibili e di assicurare un futuro produttivo e occupazionale al sito.
Il progetto piace alle istituzioni locali
“La coesistenza di impianti bio e tradizionali – sostiene Giuseppe Ricci, direttore Energy Evolution di Eni – è stata proficuamente testata con la recente produzione a Livorno di Eni Biojet, il primo Saf (Sustainable Aviation Fuel), esclusivamente da materie prime di scarto, grassi animali e oli vegetali esausti grazie alla sinergia con la bioraffineria Eni di Gela. Il nostro obiettivo è aumentare la disponibilità di prodotti decarbonizzati e sostenibili ai nostri clienti e di traguardare i target di riduzione delle emissioni scope 3”. Si tratta di emissioni indirette che si verificano nella catena del valore dell’azienda, e includono le emissioni sia a monte che a valle.
Il piano di trasformazione della raffineria di Livorno, afferma Eni, “sarà oggetto di un percorso di confronto con le istituzioni del territorio e con le organizzazioni sindacali di categoria nell’ambito del modello di relazioni industriali partecipativo e inclusivo”. Il progetto piace ai Comuni coinvolti, e anche alla Regione: “Si tratta di scelte lungimiranti, compatibili con il territorio di riferimento, che potranno altresì beneficiare della competitività infrastrutturale derivante dall’ammodernamento dello stesso porto di Livorno con la Darsena Europa”.