La sede fiorentina di Banca di Cambiano
Appena il tempo di festeggiare l’inaugurazione in pompa magna del centro culturale ‘Cambio’ a Castelfiorentino, e per la Banca di Cambiano (unica realtà che nel 2017, quando scattò la riforma delle banche di credito cooperativo e nacquero i gruppi nazionali Iccrea e Cassa Centrale, decise di non aderire a nessuno dei due raggruppamenti e di trasformarsi in spa) è scattato lo tsunami. Un’ispezione della Banca d’Italia condotta tra febbraio e giugno ha chiesto ai vertici dell’istituto “discontinuità gestionale”. Nessuna criticità sulla solidità della banca, sembra, ma diverse sottolineature sulla governance, ritenuta troppo vicina al territorio e alla politica locale, e dunque poco adatta alle funzioni e alle decisioni strategiche che una banca oggi deve prendere per rispondere ai (più) rigidi criteri di trasparenza e rendicontazione.
Dimissioni a raffica, assemblea il 16 dicembre
Da qui il terremoto: Banca di Cambiano ha deciso di dar seguito all’invito di Bankitalia in più mosse. Si è dimesso il direttore generale, Francesco Bosio, in carica da 26 anni; si sono dimessi tre amministratori su sette; si è dimesso l’intero collegio sindacale della Banca. Il presidente, Paolo Regini, anche lui al vertice da 26 anni, con un lunghissimo curriculum che comprende sindaco di Castelfiorentino, amministratore delegato di Publiservizi, presidente di Publiambiente, presidente di Alia, ruoli di manager in tante società toscane a partecipazione pubblica, resta in sella fino all’approvazione del bilancio in primavera, quando scadrà il mandato del cda. Starà a lui comunicare ai soci della banca le indicazioni della Banca d’Italia nel corso dell’assemblea indetta per il 16 dicembre prossimo a Firenze.
Nuova linea nella vigilanza Bankitalia
La richiesta di discontinuità nella governance della “banchina”, come molti ancora la chiamano, nata nel 1884 prendendo il nome da una frazione del Comune di Castelfiorentino (Firenze), segna una nuova linea nella vigilanza di Bankitalia, linea che va a incidere sul riassetto organizzativo e sulle funzioni, che devono essere all’altezza dei ruoli: il sistema di relazioni territoriali, non sempre limpide e trasparenti, non è più ammissibile.
44 filiali in sei province toscane (più Torino, Bologna e Roma)
Banca di Cambiano è una realtà importante in Toscana: conta 44 filiali nelle province di Firenze, Pisa, Pistoia, Arezzo, Lucca, Siena, Torino, Bologna e Roma e al 30 giugno 2025 vantava una raccolta complessiva pari a 5.534 milioni e impieghi verso la clientela per 2.765 milioni. Il primo semestre si è chiuso con un risultato netto di quattro milioni, a fine anno la previsione è di un utile sui 10 milioni di euro.
Silvia Pieraccini