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24 giugno 2025

Aglione della Valdichiana: non è solo una questione di gusto

Il celebre prodotto teme la concorrenza sleale in attesa della dop. Oltre settanta i produttori riuniti in associazione.

Carlo Pellegrino
Coltivazione dell'Aglione della Valdichiana.

Coltivazione dell'Aglione della Valdichiana.

C’è una dop toscana che freme per atterrare a Bruxelles. L’aglione della Valdichiana ormai da un anno aspetta il via libera del ministero delle politiche agricole e forestali per poter passare al livello successivo – e finale – in vista di una certificazione che valorizzerebbe e proteggerebbe il lavoro di una settantina di produttori. L’obiettivo? Difendere l’aglione, il celebre prodotto che si coltiva tra Siena, Arezzo e la confinante Umbria, dall’attacco feroce delle copie che rischiano di mettere in crisi un mercato da un milione e mezzo di euro.

Gli esordi della promozione

Tutto nasce nel novembre 2016 quando Ivano Capacci, allora assessore del Comune di Civitella in Val di Chiana, esperto della consulta Slow Food di zona, riceve una telefonata. Chi chiama è Stefano Biagiotti, che parla per conto di una società partecipata del Comune di Montepulciano ma più in generale per tutti i sindaci della Valdichiana senese: “Perché non facciamo qualcosa per promuovere e far conoscere il nostro aglione?”. Nasce così l’associazione per la tutela e la valorizzazione dell’aglione della Valdichiana, con Capacci presidente.

La crescita della domanda

Capacci lo rivendica con orgoglio: “Siamo partiti con pochi quintali nel 2016 – ricorda il presidente – ora siamo a più di mille. C’erano sei produttori, ora ne abbiamo una settantina tra Siena, Arezzo e l’Umbria. Il lavoro dei Comuni ci ha aiutato tantissimo, ovviamente, in questo percorso che doveva portare a una tracciabilità del nostro prodotto. Sette, otto anni fa, quasi sempre si mangiavano i pici all’aglio, ora nei ristoranti della Valdichiana si servono i pici all’aglione. La differenza? La minore quantità di allina, che permette anche a chi come il sottoscritto è intollerante all’aglio di gustarsi questa prelibatezza che ha un sapore molto più delicato e piacevole”.

Oggi è un prodotto richiesto anche all’estero

“L’associazione – insiste Capacci – ha saputo portare l’aglione dappertutto, ben oltre i confini regionali. Nel 2023 siamo stati invitati a una cena di gala all’ambasciata del principato di Monaco con il principe Ranieri, assieme ai sindaci della Valdichiana. Oggi ricevo telefonate da tutta Europa per l’aglione, telefonate che giro alla segreteria e ai soci”. Dietro il successo dell’aglione “c’è la biodiversità del terreno della Valdichiana”. “Non lo dico io – precisa il presidente – ma i tanti chef che ho conosciuto in questi anni. Oggi un ettaro di aglione vale quasi quanto un ettaro di Brunello, ci sono periodi dell’anno in cui al dettaglio l’aglione si compra a cinquanta euro al chilo. Mi faccia anche ringraziare il cda che ha fatto un grande lavoro senza prendere un euro, i 200 euro all’anno che pagano i soci noi li abbiamo investiti esclusivamente in promozione, per invitare gli esperti delle università e organizzare incontri e approfondimenti”.

Per la dop è nata una associazione

L’associazione per la tutela e la valorizzazione dell’aglione della Valdichiana è nata come portatrice delle istanze di pochi produttori. “Crescendo e intuendo le potenzialità di un prodotto ambizioso e a caccia della dop – afferma Capacci – ci siamo resi conto che avevamo bisogno di un altro soggetto, che potesse occuparsi di certificazione, che non avesse al suo interno enti pubblici e che potesse continuare il lavoro”. Ecco che nel 2020 nasce l’associazione produttori e trasformatori dell’aglione, che inizia a operare con l’obiettivo di far diventare l’aglione una dop. “Ci siamo impegnati a fondo – ricorda il presidente Pietro Rampi – e il 18 dicembre 2023 il dossier è stato passato alla Regione Toscana. La rilevazione è stata molto veloce e l’8 febbraio 2024 è arrivato il via libera, anche da parte della Regione Umbria. Così il dossier è stato inviato al ministero”.

Aglione della Valdichiana.

Si teme la concorrenza sleale

L’aglione, ormai da un anno, è in stand-by. “Da Roma sono state chieste alcune modifiche e integrazioni che noi abbiamo fornito – spiega il presidente dell’associazione produttori e trasformatori – abbiamo avute molte interlocuzioni, anche recenti, la sensazione è che il ministero sia anche stato ingolfato dalle richieste. Speriamo che la situazione possa presto sbloccarsi: è vero che poi ci sarà il passaggio fondamentale con l’Unione Europea, ma intanto i produttori potrebbero scrivere nella fattura che il prodotto è in attesa della certificazione dop”. Rampi mastica amaro: “Cosa cambierebbe con questa dicitura? Molto. Potremmo muoverci legalmente contro chi oggi usa il nome aglione della Valdichiana anche se produce questo progetto altrove e crea un danno enorme mettendo sulle tavole un prodotto che è aglio a tutti gli effetti, solo più grosso, ma ha un prezzo ben diverso. Il risultato? Il consumatore si sente preso in giro e non compra più l’aglione”. Ma da dove arrivano i finti aglioni? “Solitamente dal centro Italia – risponde il presidente – dalle regioni confinanti”.

L’associazione oggi unisce 72 produttori

Oggi l’associazione produttori e trasformatori dell’aglione unisce 72 produttori. “Giova ricordare – precisa Rampi – che ci sono soci da 500 metri quadrati e soci da 20 ettari. I pochi grandi produttori mettono sul mercato il 70% dell’aglione, gli altri hanno una produzione familiare o poco più. Quando l’aglione esce dai campi, ancora verde, viene venduto all’ingrosso a circa 12 euro al chilo. Quando si asciuga e perde anche 40% del suo peso si raggiungono i 20 euro al chilo”. Quella dell’aglione non è una produzione facile: “Coltivarlo è relativamente semplice, ma la raccolta è complessa perché va fatta in tempi brevissimi. Ecco perché pochi grandi produttori gestiscono gran parte degli ettari, per loro è più semplice destinare per un paio di giorni tanti operai alla raccolta che avviene in genere tra fine maggio e fine giugno”. Con i cambiamenti climatici che minacciano anche questa produzione: “Se arriva una bomba d’acqua al momento della raccolta l’aglione rischia di essere attaccato dalle muffe e agire tempestivamente è fondamentale”. La Valdichiana, insomma, ha tra le mani un fragile tesoro: “Ecco perché – conclude Rampi – proteggerlo con la dop è così importante”.

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Carlo Pellegrino

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