Chi si aspettava una decisione immediata, in coda all’udienza in aula, dovrà aspettare ancora: il Tar della Toscana, nell’udienza del 9 maggio, si è riservato di decidere sui ricorsi contro la delibera urbanistica del Comune di Firenze relativa agli affitti brevi, variante che nell’autunno scorso ha introdotto il divieto di destinare a tale scopo nuovi immobili nell’area Unesco del centro storico della città. Una novità regolatoria che la giunta di Palazzo Vecchio avrebbe voluto confermare anche nel Piano Operativo approvato a primavera, ma che ha stralciato con un emendamento soppressivo presentato dal sindaco Dario Nardella, per evitare brutte sorprese al momento del voto in aula con una maggioranza risicatissima.
Proprio la situazione contraddittoria generata dall’approvazione del Piano Operativo (senza i divieti) successiva alla prima approvazione della variante (con i divieti, e misure di salvaguardia immediatamente efficaci), è stata al centro dell’analisi che la prima sezione del Tribunale amministrativo regionale, presieduta da Roberto Pupilella che è anche presidente del Tar Toscana, ha cercato di impostare nella mezz’ora abbondante di udienza con i legali dei ricorrenti. Un gruppo di soggetti che include Codacons, Confedilizia, Property Managers Italia, Apartments Florence, ClearBnb, Colony Capital, Etesian e altre persone fisiche.
La delibera può decadere con la sentenza
In virtù dell’approvazione del Piano Operativo, il Tar potrebbe stabilire la cessazione della materia del contendere: un pronunciamento che potrebbe arrivare nel giro di ore, secondo il Codacons; giorni, come sostengono alcuni degli avvocati dei ricorrenti; settimane, come spesso accade per le sentenze della Giustizia amministrativa, e come ipotizzano coloro i quali credono che una decisione (in un senso o nell’altro) su uno dei provvedimenti bandiera dell’ultima fase della giunta Nardella sarebbe una bomba lanciata sulla campagna elettorale.
Questo perché, in caso di cessazione della materia del contendere, la decisione dei giudici amministrativi potrebbe decretare – ma alcuni avvocati si mostrano prudenti su questo punto – la decadenza della variante approvata a ottobre, e dunque del divieto di nuovi appartamenti destinati a locazioni brevi nell’area Unesco. Se il Comune di Firenze decidesse di proseguire nell’iter per arrivare alla seconda approvazione della variante, essa si applicherebbe al nuovo Piano operativo, approvato nelle scorse settimane con l’emendamento (del sindaco Dario Nardella) soppressivo della parte sugli affitti brevi. A quel punto i ricorrenti di oggi, per eliminare le limitazioni, dovrebbero presentare nuovi ricorsi al Tar: che allora sarebbe chiamato a esprimersi squisitamente nel merito delle misure di Palazzo Vecchio.
“I divieti hanno danneggiato molti cittadini”
“Aspettiamo con fiducia la sentenza del Tar”, ha commentato a caldo Lorenzo Fagnoni, presidente di Property Managers e amministratore delegato di Apartments Florence, azienda che gestisce più di 500 appartamenti sul territorio fiorentino. “Palazzo Vecchio ha fatto campagna elettorale – accusa – con una norma che non ha avuto il coraggio di inserire nel Piano Operativo Comunale. Una norma che però ha già danneggiato molti cittadini di Firenze: non solo imprenditori ma anche cittadini che hanno la sola ‘colpa’ di avere una seconda casa, magari lascito di un nonno o di un altro parente. Senza contare che tanti hanno dovuto vendere negli ultimi 10 mesi perché in assenza di Codice identificativo regionale il loro immobile sarebbe stato valutato molto meno degli altri”.
Leonardo Testai