La Toscana guarda ai paesi del Mercosur – Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela – per diversificare i propri mercati di sbocco, anche alla luce dei dazi imposti dagli Usa, principale destinazione estera dei flussi toscani fin qui, con l’accordo di Turnberry. “Mi sembra giusto che l’Europa trovi nuovi mercati, e il mercato del Sudamerica è un mercato molto importante”, ha affermato Maurizio Bigazzi, presidente di Confindustria Toscana, presente al convegno organizzato a Firenze dall’eurodeputato Pd Dario Nardella, e dedicato proprio all’accordo di libero scambio Ue-Mercosur.
Nardella auspica una missione di imprenditori in Sudamerica
“Dobbiamo ricercare, prima di tutto, i nostri possibili clienti – ha detto Bigazzi -, quindi c’è da investire. Io credo che ne valga la pena, perché sono convinto che sarà un mercato molto profittevole, anche perché i nostri prodotti sono buoni e sono ben accettati dai nostri concittadini, nati qua ma residenti ormai là da tanti anni”. L’accordo “può essere veramente importante per l’industria italiana”, ha aggiunto Simone Bettini, presidente nazionale di Federmeccanica, auspicando “che veramente si faccia in modo di poterlo avere operativo da qui a un tempo che sia il minimo possibile”.
Entro la fine dell’anno il Parlamento Europeo voterà l’accordo Ue-Mercosur, ha osservato Nardella: “Credo che la Toscana dovrebbe organizzarsi – ha sottolineato – e sarebbe significativo se la nostra fosse la prima prima regione italiana ad allestire una grande missione di imprenditori in Sudamerica, per raccogliere subito i frutti di questo accordo nel caso in cui venisse votato”. Per l’ex sindaco di Firenze “è fondamentale garantire la reciprocità degli standard produttivi per non penalizzare i produttori europei e italiani, avere dei controlli da parte dell’Unione Europea per le merci che entreranno, e soprattutto saper attivare certi meccanismi di salvaguardia qualora l’abbattimento dei dazi dovesse creare degli scompensi forti tra import ed export”.
Agricoltori in stato di allerta (ma il vino invece…)
Le prospettive aperte dall’accordo infatti preoccupano il mondo agricolo, che teme un’invasione di prodotti dal Sudamerica, con carni bovine, pollame, riso, mais e zucchero come settori da tenere d’occhio. “Capiamo bene la difficoltà dei settori agricoli europei – ha affermato Renato Mosca de Souza, ambasciatore del Brasile in Italia -, ma sono sicuro che non ci sarà questo problema, e che il meccanismo di salvaguardia previsto nell’accordo sarà sufficiente per risolvere piccoli problemi che potremmo avere nel futuro”. A giudizio del diplomatico “”non ci sarà una invasione dei prodotti sudamericani in Europa: noi abbiamo, per esempio, una quota per esportare 99.000 tonnellate di carni, e già esportiamo in questo momento 150.000 tonnellate, più di quella quota che è prevista nell’accordo”.
Il mondo del vino, al contrario, guarda con grande interesse all’abbattimento dei dazi, ora al 27%. “Può diventare un’ulteriore opportunità per un mondo di 700 milioni di consumatori tra l’Europa e il Sudamerica”, ha dichiarato Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione Italiana Vini, osservando che “molti sudamericani sono venuti dall’Europa quindi hanno tradizioni culinarie, di usi e costumi, molto simili alle nostre, per cui plaudo a questo accordo”. (lt)