A quasi cinque settimane dal voto per le elezioni regionali, nella campagna elettorale in Toscana il confronto sui programmi sembra cedere il passo alle trattative per la formazione delle liste – da presentare entro il 12 settembre -, nonché a polemiche esogene. Tiene banco soprattutto il caso di Tommaso Cocci, astro nascente di FdI a Prato, al centro di un ricatto per una foto intima inviata dopo essere stato adescato online, con l’ombra di una faida interna al partito anche in prospettiva-elezioni (Cocci era dato per sicuro candidato al Consiglio regionale), e la rivelazione dell’iscrizione dell’esponente di FdI alla massoneria. L’indagine aperta a tal proposito dalla procura di Prato – che già indaga sul presunto caso di corruzione che vede coinvolta l’ex sindaca Pd Ilaria Bugetti – può cambiare alcuni equilibri nel centrodestra.
Tomasi e Pd d’accordo: niente massoni in lista
“In silenzio aspettiamo gli esiti di questa indagine, che spero arrivino prima della presentazione delle liste per fare delle scelte, e soprattutto spero che arrivino per fare chiarezza in un metodo di politica che a me non piace”, ha dichiarato in questi giorni Alessandro Tomasi, compagno di partito di Cocci e candidato presidente del centrodestra alle elezioni in Toscana. Tomasi ha anche aperto all’opportunità di introdurre nello statuto di FdI un divieto di affiliazione alla massoneria per militanti, eletti ed amministratori: “Ma non solo alla massoneria”, ha detto, ponendo la questione dell’incompatibilità “con tutto quello che può ledere l’operato nella politica e nel pubblico a favore di altri interessi che sono quelli privati, legittimi”.
“Nel partito di Meloni tutti sapevano e sono rimasti in silenzio per settimane”, attacca Marco Biagioni, segretario del Pd di Prato, annunciando che chiederà a tutte “le candidate e ai candidati della lista dem per le regionali di mettere per iscritto che non sono affiliati a logge massoniche”. “Se non li vogliono li prendo io con me”, ironizza Massimo Taiti, avvocato pratese promotore di una lista civica a suo nome, che promette accoglienza in lista ai massoni (lui stesso è stato maestro Venerabile) per le prossime elezioni amministrative nella città laniera, previste per il 2026 dopo il commissariamento prefettizio.
Giani ‘congeda’ Carrai e tiene il punto su Peretola
A sinistra fa invece rumore l’annuncio di Eugenio Giani, governatore uscente in corsa per il secondo mandato, secondo cui “quando si esaurirà fra pochissimi mesi”, l’incarico di presidente della Fondazione Meyer per Marco Carrai, contestato poiché console di Israele, “è opportuno che si abbia un’altra figura che possa tranquillizzare rispetto al sentimento complessivo” legato alla situazione a Gaza e in Cisgiordania. Avs e M5s hanno accolto con soddisfazione la notizia, mentre il Pd tiene un profilo assai basso, e Tomasi attacca: “Mi sembra una pagina molto brutta della nostra regione”.
Il ‘campo largo’ della Toscana, avvicinandosi alle elezioni, rimane spaccato anche sul tema dell’aeroporto di Firenze: profilo basso – e plauso per l’ok della commissione Via-Vas al masterplan – da parte di Giani e dell’ala riformista della coalizione, rabbia dell’ala radicale che annovera i sindaci di Sesto Fiorentino (Lorenzo Falchi) e Campi Bisenzio (Andrea Tagliaferri) pronti a ricorrere al Tar una volta emanato il decreto che comprenderà anche le 13 prescrizioni – piuttosto soft, secondo le indiscrezioni – fissate dalla commissione. Giani, dal canto suo, annuncia “il primo progetto di territorio del Parco agricolo della Piana, che sarà complementare al masterplan dell’aeroporto”, un messaggio distensivo rivolto ai riottosi.
Tomasi vuole termovalorizzatori e Cpr
Non è semplice, per il governatore ricandidato, tenere un equilibrio fra le istanze dei fronti opposti del ‘campo largo’: tuttavia, sostiene, “stiamo procedendo bene nell’individuazione dei temi programmatici che si pongono in continuità con l’operato della giunta che ha amministrato in questi 5 anni, ma anche nell’evidenziazione dei temi programmatici che rappresentano novità, che rappresentano rilancio sulla base di nuove proposte, progetti e capacità realizzativa”. Nel solco della continuità col Giani 1, intanto, “il Testo unico della cultura sarà promulgato a inizio della prossima legislatura”, ha annunciato il presidente ancora in carica.
Tomasi, dal canto suo, ha rilanciato il tema della sicurezza e si è dichiarato a favore dell’apertura di un Cpr in Toscana, sul quale, ha osservato, anche Giani e Nardella erano d’accordo prima dell’elezione di Elly Schlein e della svolta a sinistra del Pd. Il candidato del centrodestra parla anche di emergenza rifiuti: “Credo che nel 2025 una Regione debba accelerare per non seppellire rifiuti, quindi più raccolta differenziata, più riciclo, più riutilizzo dei materiali, ma anche termovalorizzatori”, perché “oggi ci sono termovalorizzatori con tecnologie avanzate che inquinano meno di un traffico normale su una strada di punta come la Fi-Pi-Li”.
Ecco il Manifesto per la reindustrializzazione
La prossima settimana si aprirà con la presentazione a Firenze del ‘Manifesto per la reindustrializzazione della Toscana’ stilato da Marco Buti, Stefano Casini Benvenuti e Alessandro Petretto: la presentazione, nelle intenzioni degli autori del manifesto, in vista delle elezioni vuole essere “un confronto tra istituzioni, imprese e società civile sulle strategie per rilanciare il ruolo manifatturiero della Toscana, oggi sotto pressione per il crescente processo di deindustrializzazione che rischia di diventare irreversibile”. Un problema per la regione perché, hanno dichiarato gli autori a ‘Il Sole 24 Ore’ anticipando le linee essenziali del documento, “attività nel manifatturiero e nei servizi a più alto valore strategico, quindi ad alti salari e alta produttività, sono certamente a maggior rischio, ma anche a maggior rendimento”.