Sarà realizzata tra la Valdichiana e la Valtiberina la nuova stazione ferroviaria Medioetruria dell’Alta velocità: così come ventilato nei mesi scorsi, dal tavolo tecnico a cui hanno partecipato ministero delle Infrastrutture e Rfi, oltre alle Regioni interessate, sorgerà in località Creti, frazione del comune aretino di Cortona, location “vincitrice” di un confronto fra cinque ipotesi diverse. Adesso, secondo quanto reso noto dal Mit, Rfi potrà procedere con la progettazione di fattibilità tecnico-economica.
La scelta di Creti tuttavia divide la Toscana: e dalla Regione, che tifava per Rigutino, sempre in provincia di Arezzo, emerge una forte contrarietà. “Non siamo d’accordo, sarebbe una sorta di cattedrale nel deserto”, ha affermato l’assessore regionale alle Infrastrutture, Stefano Baccelli. “Siamo per la nuova stazione o l’ampliamento di una stazione esistente ma non per la soluzione Creti”, ha aggiunto Baccelli, secondo cui è impossibile pensare di poter andare avanti con quel progetto “sul territorio della regione Toscana, con la Regione che però non è d’accordo”.
Arezzo critica, Siena soddisfatta
“Senza l’intesa con la Regione Toscana una stazione in Toscana non si realizza”, gli fa eco il capogruppo Pd in Consiglio regionale, Vincenzo Ceccarelli, aretino di Castel San Niccolò. “La stazione collocata a Creti è sbagliata per diversi motivi – afferma – ma basta uno che ritengo clamoroso: non consente lo scambio ferro-ferro, quindi costruire oggi una stazione che non consenta questo scambio credo che sia antistorico”.
Dal sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, arriva una frecciata maliziosa: “E’ evidente che si avvicinano le elezioni amministrative in Umbria”, ha detto, dopo aver evidenziato in passato la mancanza di adeguate infrastrutture stradali di collegamento, e la penalizzazione del traffico passeggeri dell’intera provincia di Arezzo e dell’alta Valtiberina.
Nel fronte dei favorevoli e soddisfatti, invece, è ovvia la presenza del Comune di Cortona: “Adesso ci mettiamo a disposizione del Ministero, delle Ferrovie e degli enti competenti – ha dichiarato il sindaco Luciano Meoni – per fare la nostra parte al fine di rendere veloce l’avvio della progettazione e della realizzazione”. E anche Siena si dice favorevole, anche se la Stazione Medioetruria “non basta per uscire dall’isolamento”, sostiene la sindaca Nicoletta Fabio. “Auspico ora che l’attenzione verso le infrastrutture del nostro territorio prosegua con nuovi investimenti e ammodernamenti”, ha dichiarato, aggiungendo che “per la nostra città Creti era la scelta più conveniente, una scelta che potrà certamente migliorare le condizioni di molti nostri pendolari e non solo, ma l’attenzione sul territorio deve restare alta”.
Più convenienza economica per la stazione a Creti
Nel febbraio scorso, in audizione alla Commissione ambiente del Consiglio regionale della Toscana, i vertici Rfi avevano spiegato che, dopo un’iniziale propensione per la soluzione di Arezzo con il potenziamento della stazione già esistente, al tavolo sono stati ascoltati i rappresentanti di Trenitalia e Italo, che hanno espresso la netta preferenza per una soluzione di nuova realizzazione sulla linea dell’Alta Velocità per vari motivi, tra cui i minori tempi di percorrenza. A questo punto, aveva sostenuto Rfi, il rapporto costi-benefici aveva fatto cadere la scelta su Valdichiana Creti come luogo dove realizzare la stazione Medioetruria.
La stima dei costi per la realizzazione della nuova stazione a Rigutino era infatti di 137 milioni di euro, contro i 79 milioni di Creti, tutti suddivisi tra fabbricato viaggiatori, accessibilità ferroviaria, aree esterne e parcheggi, nuova fermata sulla linea lenta, nuova viabilità, opere civili della piattaforma ferroviaria, sovrastruttura ferroviaria, Te-is e tecnologie, espropri, con la conclusione dei lavori prevista in entrambi i casi per il 2030. Le analisi effettuate, precisò Rfi, avevano compreso vari fattori, tra cui le infrastrutture viarie necessarie e la potenziale utenza. Lo studio aveva preso in considerazione il passaggio di un treno in ogni direzione ogni ora, per un massimo di 14 coppie, cioè 28 treni.
La Regione destina 22,5 milioni del Pnrr a nuovi treni
Nel frattempo la giunta regionale toscana, su proposta dell’assessore alla mobilità e trasporti Stefano Baccelli, ha deliberato di impiegare i fondi della misura M7C1 – I.1.11 del Pnrr per finanziare l’acquisto di nuovi treni. “Abbiamo affidato circa 22,5 milioni di euro a Trenitalia – spiega Baccelli – perché li impieghi per l’acquisto di tre Pop a quattro casse ad alimentazione elettrica o a idrogeno”. Il finanziamento è diviso in due tranches: per l’anno in corso si tratta di 6.740.432 euro, mentre nel 2025 se ne aggiungeranno ulteriori 15.727.675.
“Il nostro programma – ha ricordato l’assessore – prevede l’entrata in servizio, entro il 30 giugno 2026, di almeno 69 treni passeggeri a zero emissioni per il servizio regionale e di altre 30 vetture per il servizio universale. Il piano investimenti del contratto di servizio stipulato fra Regione Toscana e Trenitalia prevede, fra l’altro, l’acquisto di 19 treni elettrici a media capacità Pop a 4 casse, ad oggi già tutti immessi in servizio, di cui 6 sono già oggetto di finanziamento con i fondi del Pnrr”.
Leonardo Testai