Salvare la filiera del pomodoro della Val di Cornia è stato l’obiettivo che si è posta la Regione Toscana in questi anni, dopo l’inchiesta giudiziaria per frode in commercio che nel 2021 ha travolto lo stabilimento di trasformazione del pomodoro della società salernitana Italian Food a Venturina (Campiglia Marittima, Livorno), in cui si produce il marchio Petti, e dopo i problemi legati agli scarichi e alle non-conformità urbanistico-edilizie riscontrati nello stesso stabilimento. In ballo ci sono centinaia di posti di lavoro, tra quelli diretti e quelli nelle aziende agricole che conferiscono il pomodoro coltivando circa 1.200 ettari.
L’inchiesta è alle spalle, lo stabilimento riparte e cerca 300 stagionali
Adesso l’inchiesta (che ipotizzava l’utilizzo di pomodoro extraeuropeo per la produzione della passata Petti marchiata “100% pomodoro toscano”) è alle spalle – si è conclusa con un patteggiamento – e una parte dei problemi ambientali sono stati risolti, dunque l’azienda può ripartire. Nei giorni scorsi Petti ha lanciato la nuova campagna di comunicazione – non più basata sul vecchio claim “Petti 100% toscano”, sostituito da “Petti, il pomodoro che non ti aspetti” – e ha avviato il reclutamento di 300 lavoratori stagionali per la campagna di trasformazione del pomodoro, non solo operai ma anche responsabili di reparto, addetti alla qualità e agronomi.
In vista la firma di un’intesa per il nuovo stabilimento
Nel frattempo il dialogo con la Regione è andato avanti, e sta per portare a un (nuovo) protocollo d’intesa, dopo quello firmato nel 2022 per cancellare le mancanze dello stabilimento, che però non portava la firma del diretto interessato Italian Food ma solo del Comune di Campiglia Marittima, dell’azienda dei servizi ambientali Asa (che gestisce il depuratore) e dell’associazione produttori ortofrutticoli Asport. Questo nuovo protocollo, che sarà sottoscritto nei prossimi giorni, vedrà la firma anche di Italian Food (oltre che degli altri quattro soggetti) e – secondo quanto si legge nella delibera appena approvata dalla Giunta regionale – servirà a favorire la “rilocalizzazione” dello stabilimento nel Comune di Campiglia Marittima, di cui si parla da anni. In questo modo, con la costruzione di una nuova fabbrica non più vicina al centro ma nell’area industriale di Campo alla Croce, si punta a risolvere sia i problemi ambientali che quelli urbanistici. I tempi però non saranno brevi: Pasquale Petti, direttore generale di Italian Food, l’anno scorso aveva indicato il nuovo stabilimento “entro il 2035”.
La Regione ‘apre’ ai finanziamenti pubblici
Se da una parte la famiglia Petti si impegna a investire in una nuova fabbrica, dall’altra parte la Regione valuta – nel protocollo d’intenti di prossima firma – “la previsione di linee di finanziamento compatibilmente con le procedure di programmazione vigenti e le risorse disponibili”.
Silvia Pieraccini