Il distretto orafo di Arezzo prova a ritrovare l’equilibrio perduto dopo essere stato per due anni sull’ottovolante, con una caduta pesante del business nel 2020, l’anno della pandemia più feroce, e un formidabile recupero nel 2021 (+73,5% l’export), fino al punto di superare in valore le esportazioni del 2019: dai 2,1 miliardi di allora si è arrivati sopra 2,6 miliardi (+23,5%). Un risultato che è sì legato all’aumento delle vendite (in particolare negli Emirati Arabi, in Usa e in Turchia) ma, in parte, anche all’aumento del prezzo dell’oro.
L’ultima edizione della fiera risale a tre anni fa
Il 2022 è cominciato con diverse turbolenze, dalla guerra in Ucraina alle tensioni sui prezzi di logistica e energia, alla difficoltà nel reperire alcune forniture e, ancora, alle oscillazioni del prezzo dell’oro che destabilizzano sia chi lavora col prestito d’uso, sia chi si rifornisce ai banco-metalli, sia chi riceve dai clienti (soprattutto arabi e turchi) l’oro da lavorare. E’ per questo che la fiera OroArezzo, tornata in presenza da sabato 7 maggio a martedì 10, dopo due anni di assenza a causa della pandemia, è vista dagli operatori come un appuntamento importante per capire il sentiment del mercato.
Rassegna del made in Italy
La fiera, organizzata da Ieg (Italian exhibition group), in questa 41esima edizione accoglie 300 espositori tra produttori di gioielli, oreficeria, argenteria, semilavorati e pietre, e produttori di macchine per oreficeria. La provenienza è in gran parte italiana: in primo luogo da Arezzo, seguita da Vicenza. Dal lato compratori, invece, la collaborazione con Ice ha permesso di ospitare 130 buyer in arrivo da 50 Paesi. “OroArezzo 2022 rappresenta l’edizione della ripartenza”, ha detto il presidente di Ieg, Lorenzo Cagnoni, inaugurando la fiera alla presenza della sottosegretaria al Lavoro, Tiziana Nisini e del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani.
Silvia Pieraccini