Poteva essere un’annata olivicola da incorniciare, se solo le rese fossero state più alte. Invece quando le olive raccolte in Toscana sono arrivate al frantoio – belle, sane e grandi – si sono rivelate piene di acqua, assorbita durante le piogge cadute nei mesi di settembre e ottobre. E così l’olio prodotto nella campagna 2024-2025 nella regione non ha raggiunto alti livelli quantitativi – che sono comunque superiori all’annus horribilis 2023 – ma può vantare una qualità a cinque stelle.
Un marchio europeo da una parte, un brand privato dall’altra
Lo sanno bene due degli “ambasciatori” dell’olio toscano di alta qualità nel mondo: l’olio Igp Toscano da una parte, certificato dal 1998 dall’omonimo consorzio, che pur essendo un olio a indicazione geografica protetta vanta un disciplinare di produzione più stringente, al pari di una Dop, che prevede tra l’altro un processo produttivo da svolgersi interamente nel territorio toscano; e il Laudemio dall’altra, un marchio privato, creato nel 1990 da un gruppo di olivicoltori della zona dei Colli della Toscana centrale (oggi sono 21 tra Firenze, Arezzo e Siena, da Marchesi Frescobaldi a Marchesi Antinori, da Marchesi Gondi a Fattoria di Maiano, da Tenute Ruffino a Fattoria di Grignano) con l’obiettivo di produrre un olio di alta qualità – seguendo regole e controlli rigidi e iscrizione degli oliveti a un albo – che negli anni si è affermato sui mercati internazionali.
L’export è la locomotiva delle vendite
L’Igp Toscano è l’olio certificato più “grande” d’Europa. In questa annata olivicola ha visto un aumento della produzione di circa il 30% rispetto a quella dell’anno scorso, che ha portato finora le bottiglie di olio certificato a 24mila quintali (il 15% di tutto l’olio prodotto in Toscana). Ma il tempo per certificare l’olio toscano non è scaduto, e il consorzio di tutela dell’Igp Toscano spera di arrivare a 27-30mila quintali. Nel frattempo si “consola” col buon andamento dell’export che nel 2024 ha sfiorato i 40 milioni di euro, per il 40% negli Usa. “La richiesta di olio Toscano Igp è in continuo aumento – ha spiegato il presidente del consorzio, Fabrizio Filippi – tanto da non riuscire a soddisfare la domanda del mercato”.
“Uno dei migliori raccolti degli ultimi anni”
Sorride anche il Laudemio, che nell’ultima campagna ha prodotto 1.782 ettolitri, in crescita del 26% sul 2023. “E’ uno dei migliori raccolti degli ultimi anni”, afferma Diana Frescobaldi, presidente della Società consortile Laudemio, che si occupa della promozione e valorizzazione del marchio. “In Italia abbiamo 500 diverse cultivar, mentre in altri Paesi del Mediterraneo non arrivano a 100 – spiega Frescobaldi – Il patrimonio olivicolo italiano è il più qualificato, e il Laudemio rappresenta l’eccellenza di questo patrimonio”. L’Italia assorbe il 28% della produzione del marchio, mentre il 72% va all’estero in Nord America, Asia e Paesi europei. Il prezzo medio delle bottiglie al consumatore è di circa 25 euro per la bottiglia da mezzo litro, in linea con l’anno scorso.
Silvia Pieraccini