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08 marzo 2024

No alle discriminazioni sul lavoro. Loro Ciuffenna certifica la parità di genere

Il Comune aretino, che ha 26 dipendenti, garantisce le stesse opportunità di carriera e gli stessi stipendi a uomini e donne.

Silvia Pieraccini

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Si muovono non solo le aziende. La certificazione (volontaria) della parità di genere, introdotta dalla legge 162/2021 in applicazione della prassi Uni/PdR 125:2022 e rilasciata da organismi accreditati, approda nel mondo della pubblica amministrazione: il piccolo Comune di Loro Ciuffenna (Arezzo), 5.800 abitanti e 26 dipendenti a tempo indeterminato, è il primo in Italia ad aver raggiunto il traguardo. La certificazione – in questo caso è stata rilasciata da Rina Services – è pensata per ridurre le differenze tra uomini e donne nel mondo del lavoro: chi la ottiene garantisce le stesse opportunità di carriera, gli stessi stipendi, tutela la genitorialità e adotta politiche che favoriscono la conciliazione vita-lavoro.

I sette parametri da prendere in considerazione

Per qualificare un’organizzazione inclusiva e rispettosa della parità di genere si analizzano vari parametri: cultura e strategia, governance, processi, risorse umane, opportunità di crescita e di inclusione delle donne in azienda, equità remunerativa per genere, tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro. Ciascuna area ha indicatori qualitativi e quantitativi, e un peso percentuale. La certificazione accreditata può essere rilasciata quando è stata raggiunta la soglia minima del 60%. Sono previste agevolazioni per le organizzazioni micro e piccole, alle quali si applicano solo alcuni indicatori.

Finora si sono certificate solo le aziende

“Oggi in Italia esistono circa 8.000 aziende che applicano questa norma – ha spiegato il sindaco di Loro Ciuffenna, Moreno Botti – allo scopo di garantire parità di trattamento salariale, parità di carriera, parità nel rapporto casa-lavoro, parità nel rapporto giovani-anziani. Mancava un Comune, mancava cioè chi rappresenta la comunità più da vicino, e abbiamo provato a colmare questo vuoto”.

Ecco alcuni nomi delle imprese toscane certificate

Tra le aziende toscane che hanno certificato la parità di genere ci sono Esanastri (Calcinaia, Pisa), Sesa (Empoli, Firenze), Bagno Alcione (Forte dei Marmi, Lucca), Ruffino (Pontassieve, Firenze), Gucci (Firenze), Italpreziosi (Arezzo), Freschi & Vangelisti (Castel San Niccolò, Arezzo); Sanser (San Miniato, Pisa), Fiorentini Firenze (Colle Val d’Elsa, Siena), Magis (Cerreto Guidi, Firenze), Probios (Calenzano, Firenze), Monte dei Paschi (Siena), Peuterey (Altopascio, Lucca), Knauf Italia (Castellina Marittima, Pisa).

Il Comune aretino ha aperto la strada

“Mi auguro che la certificazione del Comune di Loro Ciuffenna possa aprire la strada ad altri enti locali toscani – ha detto l’assessora regionale al Lavoro e alle Pari opportunità, Alessandra Nardini -. Abbiamo bisogno di un impegno forte e determinato per abbattere pregiudizi, stereotipi e promuovere una vera cultura di parità e rispetto”. 

Un bando da 5,7 milioni per sostenere progetti e bilanci di genere

Proprio per sostenere progetti di sensibilizzazione sulla parità di genere o elaborazione di bilanci di genere, la Regione Toscana pubblicherà presto – come ha annunciato il presidente Eugenio Giani – un bando triennale rivolto alle Province e alla Città Metropolitana di Firenze che è finanziato con fondi europei per 5,7 milioni di euro.

Autore:

Silvia Pieraccini

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