Alla ripresa del dibattito sulla Multiutility toscana dopo la pausa estiva, la quotazione in Borsa – e dunque, la via scelta per l’apertura ai capitali privati – è ancora un argomento divisivo, che non convince tutti i Comuni ancora alla finestra, e non vede una posizione unitaria del sindacato. Se infatti la Cgil si è detta fin dall’inizio contraria a tale strategia, la Cisl non lo è: ma chiede che non sia “una mera operazione di finanziarizzazione”, e propone dunque l’apertura a forme di azionariato popolare.
Si pensa a quote per lavoratori e stakeholder
“Chiediamo che, a proposito di quotazione in Borsa, si discuta col sindacato la partecipazione in forma collettiva dei lavoratori al capitale dell’azienda”, ha affermato Fabio Franchi, segretario generale della Cisl Firenze-Prato, secondo cui questa opzione “sarebbe un elemento di grande novità e modernità”. Il sindacato ha organizzato a Firenze un convegno sul tema della Multiutility nel quale ha lanciato tale proposta, e ha chiesto l’apertura di un confronto a 360 gradi sulla nuova società in procinto di prendere vita.
E’ questa, infatti, la fase in cui i Comuni promotori stanno preparando le delibere per il conferimento alla nuova holding delle quote attualmente detenute nelle società preesistenti. “Il prossimo passo è la delibera che deve andare in giunta e poi in consiglio comunale”, e questa “contiamo di portarla per ottobre, sicuramente prima di Natale, questo è l’obiettivo”, ha detto ad esempio Matteo Biffoni, sindaco di Prato, convinto che il tema della quotazione in Borsa della Multiutility toscana non rappresenti un problema.
Nardella: oggi è meglio la Borsa del credito
“Ci sono delle forme, nelle emiliane soprattutto, in cui la parte flottante – ha spiegato Biffoni – in caso di quotazione in Borsa viene destinata con particolare attenzione agli stakeholder locali, associazioni di categoria, sindacati. Potrebbe essere una strada operativa”. A suggerire il ricorso ai mercati finanziari, peraltro, è anche il trend di peggioramento delle condizioni del credito. “E’ per avere dei finanziamenti freschi dal mercato – riflette il sindaco di Firenze Dario Nardella -, che altrimenti dovremmo andare a cercare dalle banche: con l’aumento dei tassi di interesse in questa fase significherebbe caricare la multiutility di un debito in partenza che rallenterebbe tutte le nostre strategie”.
Nardella, dal canto suo, ha fatto appello anche ai Comuni – come Arezzo e Siena – che per ora sono rimasti alla finestra in attesa di maggiore chiarezza. “Le porte della multiutility – sostiene – sono sempre aperte: l’abbiamo costruita in modo tale che non ci sia una esclusività rispetto ai soci pubblici che dovessero arrivare nelle fasi successive. E’ costruita in modo tale da coinvolgere tutti anche nella governance. La multiutility rimarrà sotto il controllo e la direzione strategica pubblica, non siamo di fronte a una privatizzazione tout court dei servizi pubblici locali”.
Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di commercio di Firenze che ha ospitato il convegno della Cisl, benedice l’operazione: “Più che un’opportunità è una necessità assoluta per essere più competitivi, in un mercato che oggi vediamo tutti noi essere necessario se non fondamentale per chiunque, non solo per le imprese, per cercare di sopravvivere a un’economia impazzita. Vale poco rispetto al problema che oggi stiamo vivendo, ma almeno è una risposta necessaria e di intelligenza collettiva di un territorio che vuole cercare di fare qualcosa. E’ tardi, ma meglio tardi che mai”.
Leonardo Testai