Gli oneri di gestione e le nuove normative erodono la redditività degli affitti brevi a Firenze: è quanto emerge da un’analisi dell’Ufficio studi di SoloAffitti. Nel capoluogo toscano la redditività netta di un affitto breve è superiore solo dello 0,1-0,2% a quella garantita da un classico contratto di medio-lungo periodo. Secondo SoloAffitti, per la prima volta dal post-Covid il numero di immobili destinati agli affitti brevi ha smesso di crescere. L’offerta sul mercato tradizionale resta tesa e frammentata, ma i proprietari sembrano sempre più orientati a soluzioni che offrano meno imprevisti e maggiore stabilità economica.
A Firenze nonostante l’incasso lordo degli affitti brevi superi i 30.000 euro annui, la redditività netta si ferma al 2,3%, contro il 2,2% di un contratto 4+4 e un 2,0% di un contratto 3+2. Lo scarto è minimo, ma la gestione dell’affitto breve si conferma comunque più onerosa e meno prevedibile. Dunque, tenendo conto di una tariffa media di 120 euro a notte e un tasso di riempimento del 70%, la rendita netta è 6.896 euro. Una casa affittata con la formula del 4+4, con un canone mensile di 900 euro, procura invece una rendita netta di 6.787 euro.
“Se da un lato gli affitti brevi – affermano i ricercatori – sembrano offrire incassi maggiori, grazie a tariffe medie giornaliere di 120 euro, i costi di gestione, la fiscalità meno favorevole e le nuove normative (come il Cin o il divieto di check-in da remoto) incidono pesantemente sulla rendita effettiva”. Secondo il sondaggio condotto da SoloAffitti su quasi 1.000 proprietari, il 38,5% di chi ha abbandonato l’affitto breve lo ha fatto proprio per guadagni inferiori alle aspettative. “La vera domanda non è se convenga di più l’affitto breve o quello lungo, ma quale sia la formula più adatta per ogni singolo caso”, conclude Silvia Spronelli, presidente di SoloAffitti. (lt)