Qualificazione insufficiente e condizioni di lavoro insoddisfacenti: sono questi i motivi principali delle difficoltà accusate dalle imprese fiorentine – ma il resto della Toscana non fa eccezione – così come registrano gli ultimi dati Excelsior di Unioncamere, relativi alle assunzioni programmate per il mese di settembre 2023. Dati sostanzialmente in linea con quanto già visto nei mesi precedenti. Un problema che spinge un’associazione datoriale come Cna a sviluppare un nuovo progetto per contrastare il problema, e spinge il sindacato a chiedere una maggiore valorizzazione delle professionalità più ricercate.
A Firenze più di un’assunzione su due è “difficile”
I dati Excelsior per la città metropolitana di Firenze rivelano che sono di difficile reperimento il 69,3% degli operatori nell’estetica, il 66,6% degli addetti alla ristorazione, l’81,5% dei meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine, l’80% degli operai edili. In generale, su 11.240 assunzioni programmate dalle imprese a settembre 2023, il 51,9% di esse sarà difficile da finalizzare.
“Rispetto a settembre 2022 – evidenzia l’ufficio studi della Camera di commercio di Firenze – continua a rimanere elevata la quota di assunzioni relativa a cause di ordine prevalentemente quantitativo nel reperire manodopera (da 27,9% a 34,5%); di minore incidenza e in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente la percentuale relativa alla preparazione inadeguata (da 12,2% a 11,9%), contestualmente ad una quota rilevante di figure ad alta specializzazione difficilmente reperibili per le imprese ormai stabilizzata intorno al 60%”.
Cna studia fabbisogni e aspirazioni
Secondo i ricercatori, “c’è sicuramente un disallineamento fra qualifiche possedute e qualifiche richieste (skill gap) che si sovrappone a un generalizzato fenomeno di skill shortage per il quale esiste una carenza di competenze interna alle aziende, che non riesce ad esser coperta dall’offerta per esigenze legate o a salari non soddisfacennti che vengono offerti o a condizioni di lavoro non buone, comprendendo anche precarizzazione eccessiva e/o lavoro sommerso”.
La risposta di Cna è il progetto FuturArti sviluppato con Simurg Ricerche, attivo in tutte le province toscane, che punta a una conoscenza approfondita della situazione, anche grazie a un osservatorio permanente sulle imprese artigiane e sulle Pmi. Il progetto promuove un’indagine sui fabbisogni professionali e sul passaggio generazionale delle aziende rivolta a tutte le imprese iscritte a Cna nelle varie province della Toscana. Parallelamente, si rivolgerà anche a studenti e docenti delle scuole secondarie di secondo grado per capire orientamenti desideri e prospettive future.
“Troppo lavoro precario, bisogna pagare di più”
“Il fallimento dell’incrocio tra domanda e offerta di lavoro è certificato anche da Arti, l’apposita agenzia regionale per l’impiego, secondo loro ogni cento domande di lavoro si riesce ad evaderne solo 27”, lamenta Paolo Fantapiè, segretario generale della Uil Toscana, secondo cui bisogna “dare più valore alle professionalità più ricercate, pagandole e valorizzandole di più, sia da un punto di vista retributivo che formativo e normativo, per far fronte alla folta concorrenza presente”.
Infatti, secondo Fantappiè, “si continua ad offrire lavoro precario con contratti di lavoro pirata”, e il risultato è “una grandissima quantità di lavoro povero nella nostra regione, con stipendi che non raggiungono i mille euro netti al mese, e diritti che molte volte sono più latitanti delle suddette professionalità”. D’altro canto, per l’esponente della Uil, serve “un maggior adeguamento della formazione scolastica alle esigenze del mondo del lavoro: occorre capire e studiare l’evoluzione delle professionalità e del loro impiego, al fine di non far viaggiare formazione e occupazione su due binari paralleli e quindi non convergenti. In questo troviamo un esempio virtuoso negli Its, degli istituti con livelli di occupabilità altissima, oltre l’80%”.
Leonardo Testai