La nuova boutique Ferragamo in via Monte Napoleone a Milano
Segna qualche ritardo nei tempi, ma rimane ben fermo nell’obiettivo, il rilancio della maison fiorentina della moda Salvatore Ferragamo, alla cui guida (come amministratore delegato e direttore generale) due anni fa è stato chiamato Marco Gobbetti, il manager che dal 2017 ha guidato il rilancio del marchio inglese Burberry. Gobbetti resta fiducioso anche di fronte ai dati del bilancio 2023, approvato dal consiglio di amministrazione, che si chiude con un utile in calo di quasi il 60% rispetto all’anno precedente (da 65 milioni di euro si è passati a 26 milioni) e con ricavi consolidati – che erano già stati comunicati nel gennaio scorso – a 1.156 milioni di euro (-7,6% a tassi correnti, -8,1% a tassi costanti). Proposta la distribuzione di un dividendo di 0,10 euro per azione.
La crescita resta l’obiettivo (nonostante i ritardi)
“Nonostante l’impatto dell’attuale contesto di mercato sui tempi delle previsioni iniziali – spiega l’ad – continuiamo a perseguire le nostre ambizioni di crescita, sostenendo la redditività attraverso una costante attenzione alla qualità delle vendite e a una disciplinata focalizzazione sui costi”. Gli investimenti, soprattutto in marketing e comunicazione, hanno avuto riflessi sul risultato operativo (ebit), che si è fermato a 72 milioni (-43,7%), mentre l’ebitda (che non incorpora svalutazioni e ammortamenti) è stato di 252 milioni (-15,8%).
Debutta il nuovo concept dei negozi
L’azienda, spiega una nota, sta procedendo nella transizione dell’offerta di prodotto e continua l’ottimizzazione della rete distributiva “in un contesto di maggiore incertezza della domanda nel settore del lusso”. Gobbetti si dice contento della sfilata autunno-inverno 2024 (che si è tenuta nel febbraio scorso a Milano) e del nuovo concept dei negozi che ha debuttato nella boutique donna di Milano e che ora accelererà negli altri store nel mondo, e sembra invitare alla pazienza: “Continueremo a lavorare al pieno sviluppo e all’ottimizzazione dell’offerta di prodotto – afferma – alimentando la desiderabilità, l’interesse e il coinvolgimento del consumatore attraverso una comunicazione mirata e d’impatto, anche massimizzando il potenziale di tutti i canali digitali”.
Silvia Pieraccini