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03 dicembre 2025

La Regione non taglia l’addizionale Irpef, e il “reddito” parte con 23 milioni

Giani anticipa alla stampa i tratti salienti della manovra: l’obiettivo è l’approvazione in Consiglio per il 17-18 dicembre.

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Non era alle viste, e non era neanche una delle sue promesse elettorali, dunque nessuna sorpresa: la Regione Toscana, secondo quanto ha annunciato il presidente Eugenio Giani, non ha intenzione di tagliare l’addizionale Irpef innalzata nella manovra di bilancio regionale per il 2024. A meno di sorprese, ripete, sul fronte del payback sanitario: “Io dico sempre che, se il Governo arriva a sciogliere il nodo dei dispositivi medici, noi arriveremo a diminuirla”, ha spiegato ai giornalisti, in una conferenza stampa convocata per presentare i tratti salienti della manovra.

Irpef o non Irpef, i tempi per l’approvazione in Consiglio regionale – come prevedibile, visto che in Toscana si è andati al voto il 12 e 13 ottobre, e che la giunta è nata un mesetto dopo – sono strettissimi. Ragione per cui Giani parla di “un bilancio con una natura tecnica”, ossia con interventi singoli in misura più limitata “perché sono in realtà gli interventi che erano stati previsti con le varie variazioni di bilancio nel 2025, qualcuno anche nell’ultima fase del 2024, e che non si sono concretizzati”. Questo, sostiene il governatore, “mi fa pensare che anche per i consiglieri regionali, sia di opposizione che di maggioranza, questo possa essere un bilancio di cui hanno conoscenza di tutti gli interventi: e conseguentemente non si perda tempo in discussioni che poi allungano i tempi”. L’obiettivo dichiarato è approvare il tutto in aula fra due settimane, tra il 17 e il 18 dicembre: le commissioni consiliari si sono costituite, e possono operare.

“Formazione professionale e bonus per rientrare al lavoro”

Una novità assoluta – quella sì annunciata in campagna elettorale – è la versione toscana del reddito di cittadinanza, definito reddito di inserimento lavorativo, e che verrà sperimentato nel 2026 con una dotazione di 23 milioni di euro, eredità del patto per il lavoro siglato anni addietro con il Governo. I beneficiari saranno “coloro che dopo essere stati messi in cassa integrazione, licenziati, e non hanno più nessun ammortizzatore sociale vogliono rimettersi nel ciclo lavorativo”, dice Giani, spiegando che a loro “per un periodo che sarà da nove mesi a un anno paghiamo la formazione professionale, e accanto a questa diamo loro un bonus”, “poi vedremo di quanto potrà essere la cifra, 600-700 euro al mese, per poter vivere questo periodo nel quale attraverso la formazione professionale si convertono a un altro tipo di produzione che il mercato rende più appetibile.

Non c’è ancora una stima precisa di quanti potranno usufruire della nuova misura. “La sperimentiamo per la prima volta”, ha detto il governatore, precisando che “ci sono sempre almeno tre variazioni di bilancio in corso d’anno e quindi la riediteremo alla luce di quello che possiamo vedere. L’assessore Lenzi ci sta già lavorando con la dottoressa Giovani, la direttrice del settore lavoro, e questa sarà una misura su cui da qui alla fine dell’anno comunque faremo sapere più elementi proprio perché possa essere concretizzata fin dall’1 gennaio”.

La sanità pesa per il 65%, il Tpl vale 700 milioni

Con un’addizionale Irpef che non va né su né giù – come l’Ovosodo di Virzì – e dunque una pressione fiscale invariata, la Regione Toscana cerca di spingere sull’attività di contrasto all’evasione: circa 200 milioni l’anno, con percentuali di recupero sul totale delle entrate tributarie di circa il 13,8%. La parte più rilevante delle risorse a disposizione fa capo alla spesa sanitaria, che nelle previsioni sarà pari a 8,27 miliardi e inciderà per il 65% sull’intero bilancio: non a caso, il rosso della sanità fu il motivo che portò la giunta toscana a ritoccare l’Irpef. “Vogliamo difendere la sanità pubblica”, ha detto Giani, spiegando che la Regione investirà 172 milioni di risorse proprie aggiuntive nel 2026. Il Tpl vale 698 milioni, con risorse che arrivano da uno specifico fondo nazionale e, in parte, di nuovo da risorse regionale proprie. “Sono di più dell’anno scorso e dell’anno precedente”, evidenzia il governatore.

Tra le risorse vincolate, pari complessivamente nel 2026 a circa 2,2 miliardi di euro, la parte prevalente è costituita dal fondo nazionale trasporti e sul fronte comunitario da Feasr (il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale), Fesr (Fondo europeo per lo sviluppo regionale) e Fse+ (Fondo sociale europeo). Solo tra Fersr e Fse+ la Toscana nei sette anni dal 2021 al 2027 ha potuto complessivamente contare su 2,3 miliardi di euro. Altri 749 milioni, cofinanziati da Ue e Italia, sono la dote quinquennale toscana del Feasr. La compartecipazione regionale sarà nel 2026 pari a circa 81 milioni.

Nel 2026 420 milioni di risorse regionali per gli investimenti

Per le politiche attive di parte corrente la manovra prevede complessivamente per il 2026 circa 1,5 miliardi di euro, risorse libere con cui potranno essere finanziate le politiche nei vari settori. Gli investimenti varranno nel triennio 2026-28, per le sole risorse regionali, circa 920 milioni, con 420 milioni previsti per il 2026. Dieci milioni di euro sono destinati alla Fi-Pi-Li – per la quale Giani conta di agire con Toscana Strade, con relativa delibera in arrivo in Consiglio – e potranno essere utilizzati per l’allargamento del primo tratto da Firenze a Scandicci; altri 10 milioni di euro nel triennio sono destinati ai Comuni per l’impiantistica sportiva, e ancora altri 10 milioni per la Toscana diffusa e programmi di rigenerazione urbana. La Regione ha riproposto, nel 2026, anche un finanziamento da 200 milioni per la Darsena Europa a Livorno.

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