“Per i confidi è sempre il momento delle scelte, del rinnovamento, del cambiamento eccetera, ma quest’anno ci sono delle scelte precise, e il primo è la riforma che al momento è in discussione”. Gianluca Puccinelli, presidente di Res Consulting, presenta così la nuova edizione di Confires, il festival dei consorzi fidi italiani, giunto alla sua 18/a edizione che si svolgerà a Firenze il 6 e il 7 giugno. Con grande attesa per il sottosegretario alle Imprese e al Made in Italy, Massimo Bitonci, chiamato a illustrare la proposta di riforma delle garanzie mutualistiche e dunque dell’intero settore dei confidi, riforma volta ad ampliarne l’operatività.
Le autorità di vigilanza spingono le aggregazioni
“Sempre di più i consorzi fidi non saranno solo garanti, ma anche erogatori diretti”, osserva Lorenzo Gai, ordinario di Economia degli intermediari finanziari all’Università di Firenze. “Il ruolo del Fondo di Garanzia, arrivato a erogare 300 miliardi di euro di garanzie – sostiene – è destinato a ridimensionarsi nel post-pandemia, e per i confidi si sta studiando una riforma integrale”. L’orizzonte è quello di un’attività finanziaria extragaranzie non più confinata al 20% del totale dell’attivo, ma estendibile fin quasi alla metà, insieme alle attività di consulenza nei confronti delle imprese.
E’ una prospettiva che può preludere anche a una nuova stagione di fusioni fra singoli consorzi. La Toscana in questo è stata fra le regioni di punta, e i suoi confidi, a lungo agevolati dall’applicazione integrale della cosiddetta lettera “R” della legge Bassanini – che imponeva le controgaranzie dei confidi per l’accesso alle risorse del Fondo Centrale di Garanzia sul credito -, sono stati poli aggreganti nei confronti di altri consorzi italiani, com’è accaduto per Italia Comfidi, Artigiancredito, e Confidi Centro Nord. “Ci sono ancora aggregazioni in corso, e le autorità di vigilanza auspicano che si intensifichino”, ha sottolineato Gai.
D’altro canto, l’aspettativa è quella di un ruolo dei confidi che, anche a prescindere dalla riforma, potrebbe tornare a essere importantissimo per le Pmi. “Oggi il tasso default che esprime l’impresa italiana, le partite Iva, è al 3,2% – spiega Simone Capecchi di Crif, fra i top sponsor di Confires – quindi sotto la soglia del 4%, un indicatore macroeconomico che segnala possibili problemi. Da un anno e mezzo stiamo osservando una risalita del tasso di default, in particolare per le Pmi. Non è un dramma, siamo sotto la soglia d’attenzione del 4%, ma stimiamo che nel corso del 2025 si possa arrivare a toccare il 3,8%, il 3,9%. Le Pmi temono una contrazione della liquidità disponibile: la discesa dei tassi in previsione e un po’ di aumento del rischio atteso porterà le banche a essere più prudenti negli impieghi. Non è drammatico, ma è diverso rispetto a un anno e mezzo fa”.
Anche inclusione e parità di genere nel programma di Confires
Confires si approccia alla sua edizione numero 18 con una nuova location – la Camera di commercio di Firenze – un nuovo format, e un nuovo approccio anche sui temi trattati, con un totale previsto di 350 presenze al giorno: “Quest’anno ho voluto orientare la manifestazione verso la sostenibilità, l’inclusione e la parità di genere – dichiara l’amministratore delegato di Res, Federica Spinelli Bini -, per sottolineare il ruolo sociale che hanno i confidi e tutti gli intermediari finanziari nello sviluppo economico e culturale delle Pmi”.
Leonardo Testai