Il rendering della centrale Sorgenia
Le Regione Toscana ha espresso pronuncia positiva di compatibilità ambientale sul progetto di impianto geotermico da 10 Mw, nel comune di Abbadia San Salvatore (nell’area dell’Amiata), proposto dalla società energetica Sorgenia. Con una delibera di Giunta, presentata dall’assessora all’ambiente Monia Monni, è stata adottata la determinazione positiva di conclusione della conferenza dei servizi, che ha rilasciato l’autorizzazione ai fini del vincolo idrogeologico, con alcune prescrizioni. E’ la prima concessione appannaggio di Sorgenia in Toscana, fin qui terra di conquista per Enel Green Power che gestisce l’intero bacino geotermico.
Sorgenia dovrà effettuare indagini geologiche, dovranno essere presentati i report sugli esiti del monitoraggio integrato relativamente al tema della subsidenza, e in fase di progettazione esecutiva l’azienda dovrà definire puntualmente dove sarà effettuato il rimboschimento compensativo, presentando lo schema di impianto indicante la scelta delle specie, la densità, il sesto di impianto e le cure colturali. Il progetto è ubicato nel territorio comunale di Abbadia San Salvatore, nella zona industriale della Val di Paglia, in aree individuate dall’amministrazione comunale quali idonee alla coltivazione geotermica.
“Emissioni zero, energia per 32mila famiglie”
La centrale a ciclo binario prevede che il fluido geotermico estratto dal sottosuolo ceda il calore a un secondo fluido, che gira in un circuito chiuso producendo energia elettrica. Una volta raffreddato, il fluido geotermico è re-iniettato nel serbatoio di provenienza, insieme ai gas incondensabili portati a una pressione tale da renderli solubili nell’acqua geotermica, senza venire mai a contatto con l’esterno. Secondo Sorgenia l’impianto non comporterà alcuna emissione in atmosfera grazie alla totale reiniezione del fluido geotermico. Per il raffreddamento del ciclo verrà impiegata solo aria e non acqua.
Nelle previsioni del progetto, l’impianto sarà in grado di coprire il fabbisogno di oltre 32.000 famiglie, evitando le emissioni in atmosfera di 40.000 tonnellate annue di CO2. Durante il periodo di costruzione della centrale (4 anni) sono previste fino a 40 unità lavorative annue per quanto concerne le ricadute dirette, e fino a 80 unità che impiegheranno le strutture ricettive e ristorative locali. L’insediamento in zona di attività produttive legate alla filiera del calore, secondo Sorgenia, potrebbe generare altri 70 posti di lavoro nell’area dell’Amiata.
Soprintendenza in dissenso: dieci giorni per opporsi
Sulla realizzazione dell’impianto c’è però l’incognita rappresentata dalla possibile opposizione della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, che ha già espresso il suo dissenso sul progetto, e che avrà dieci giorni dalla notifica della delibera regionale (approvata il giorno 19 aprile 2022) per opporsi, riaprendo il procedimento che, in assenza di un’intesa, potrebbe essere deciso in un senso o nell’altro dal Consiglio dei Ministri.
Associazioni ambientaliste (fra cui Italia Nostra e il Wwf) e comitati criticano da tempo il progetto, paventando rischi per le vicine sorgenti termali, e lamentando come la posizione della centrale sia ai confini di un lembo del Parco della Valdorcia, patrimonio Unesco. Il Coordinamento Ecosistema Valdorcia ha organizzato un’assemblea pubblica per il 30 aprile, per ribadire tali posizioni. Il senatore Emanuele Dessì, del Partito Comunista, ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro della Transizione ecologica e al ministro dello Sviluppo economico rilanciando tali preoccupazioni.
Giani esulta: “Una sfida che apre nuove possibilità”
Al contrario, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha espresso grande soddisfazione per il progetto di Sorgenia: “E’ una sfida che ci può consentire di sfruttare l’energia geotermica in modo plurimo – ha affermato -, perché gli altri impianti sono tutti dell’Enel e quindi si crea anche una competizione virtuosa, e dall’altro lato è un impianto che non ha emissioni, perché il gas che viene fuori viene rimesso nel suolo, e conseguentemente è la sperimentazione di una tecnica più avanzata. Se funziona può aprire ancora più potenzialità per lo sfruttamento delle energie rinnovabili, di una fonte che viene direttamente dal nostro sottosuolo, ovvero la geotermia”.