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02 maggio 2022

Nasce Multiutility Toscana spa, ecco chi controllerà

A sorpresa il sindaco di Pistoia conferisce il 4% di Publiacqua. Scompaiono Consiag, Publiservizi e Acqua Toscana.

Silvia Pieraccini
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Si delinea – dopo mesi di lavoro e di riflessione – l’architettura societaria che dovrebbe portare alla nascita di una multiutility toscana a capitale pubblico, attiva nei servizi idrici, energetici e ambientali, che ambisce a competere con società come A2a, Hera, Iren o Acea, riducendo la frammentazione in atto sul territorio regionale.

L’operazione, messa a punto con la consulenza di Boston Consulting, sarà presentata martedì 3 maggio nella sede della Regione Toscana (che la “benedice”) e s’annuncia complessa per la necessità di dribblare soci “ingombranti” come la romana Acea (ha il 40% di Publiacqua) e la torinese Italgas (ha il 50,66% di Toscana Energia). Per questo i Comuni di Firenze, Prato e Empoli, che guidano le danze, hanno deciso di procedere a piccoli passi, lasciando aperta la porta all’ingresso di altri soci pubblici durante il (lungo) cammino che li aspetta.

Primo passo: scompaiono Consiag, Publiservizi e Acqua Toscana

Il primo step sarà la fusione dentro Alia (la società dei rifiuti della Toscana centrale, 100% dei Comuni) di tre holding di partecipazioni pubbliche, che dunque spariranno dal mercato: la giovane Acqua Toscana, che possiede il 53% di Publiacqua; e le due società storiche dei servizi pubblici toscani, Consiag di Prato (che esiste dal 1975) e Publiservizi di Empoli (nata nel 2000), che detengono quote in Estra, Acque spa, Toscana Energia e Publiacqua.

Sia Alia che le tre incorporande hanno già deliberato l’operazione. Contestualmente il Comune di Firenze conferirà la partecipazione del 20,6% in Toscana Energia, mentre quello di Pistoia apporterà (a sorpresa) la partecipazione del 4% in Publiacqua. I rapporti di cambio delle azioni delle società incorporande nella società incorporata sono già stati fissati. Non sono previsti passaggi di denaro.

Nasce Multiutility Toscana spa

La società così formata cambierà nome, da Alia a Multiutility Toscana 1, sarà al 100% pubblica (gli azionisti di riferimento saranno i Comuni di Firenze col 37% e di Prato col 18%) e per adesso consoliderà (solo) due business, i rifiuti (controllerà il 100% della newco operativa Alia OpCo) e l’acqua (avrà il 57,6% di Publiacqua), per un totale di 685 milioni di ricavi e 171 milioni di margine operativo lordo (ebitda). Tra le partecipazioni non consolidate figureranno invece il 39,6% di Estra (apportato da Consiag), il 19,3% della pisana Acque (apportato da Publiservizi), e il 31% di Toscana Energia (apportato dal Comune di Firenze e da Publiservizi).

Il consiglio di amministrazione di Multiutility Toscana 1 (società che avrà un capitale sociale di quasi 303 milioni) sarà formato da un numero di membri che potrà oscillare da 9 a 21. L’amministratore delegato sarà Alberto Irace, attuale ad di Alia. La maggioranza del capitale pari almeno al 51% – afferma lo statuto – dovrà rimanere in mano pubblica, mentre i privati non potranno avere più del 5% a testa.

Il nodo resta il consolidamento di Estra

Ma gli effetti di questo primo step, secondo i promotori, sono ancora troppo limitati per raggiungere le sinergie e l’efficienza che l’operazione si prefigge. Per fare il salto dimensionale e centrare l’obiettivo è previsto, in particolare, il consolidamento del gruppo energetico Estra (quello di Toscana Energia non è possibile per il dominio di Italgas), in grado di apportare 1 miliardo di ricavi, che “dipende” dai soci pubblici senesi e aretini: “E’ allo studio – afferma il dossier sul progetto di fusione – il completamento del perimetro dell’operazione anche alle quote di Coingas e Intesa detenute in Estra (pari al 25% ciascuno)”. Qui si apre dunque la partita politica, quella degli accordi tra amministrazioni di diverso colore politico (Pd a Firenze, Prato e Empoli, centrodestra a Siena e Arezzo).

I sindaci di Siena e Arezzo finora hanno mostrato una disponibilità di massima all’adesione alla multiutility, ma non hanno deliberato. Nel caso di consolidamento di Estra, Multiutility Toscana (che controllerebbe il 90% della società) salirebbe a circa 1,7 miliardi di ricavi con 290 milioni di ebitda e investimenti che – secondo le previsioni – passerebbero da 171 a 254 milioni di euro. L’aumento della capacità d’investimento è, insieme con la riduzione delle tariffe all’utenza e con la sostenibilità ambientale e sociale, uno degli obiettivi dichiarati dell’operazione. “Considerando il perimetro Alia e Publiacqua, la Multiutility porterebbe benefici stimabili al 2026 in circa 70 milioni di euro a vantaggio sia degli azionisti che dei cittadini – scrivono i promotori -. Includendo anche Estra, invece, i benefici stimabili al 2026 risulterebbero pari a circa 90 milioni di euro”.

La quotazione in Borsa tra un anno

L’ultima fase prevede che i soci di Multiutility Toscana 1 costituiscano la società Multiutility Toscana 2, in cui conferiranno tutte le loro partecipazioni: il 49% di questa nuova società sarà collocato in Borsa entro sei-dodici mesi. I soldi raccolti sul mercato (Irace un anno fa parlava di 500 milioni di euro) potrebbero servire a liquidare i soci riottosi come Acea.

I progetti futuri ipotizzano aggregazioni di società che la multiutility farebbe anche al di fuori della Toscana, nelle regioni limitrofe, e crescita dei ricavi fino a tre-quattro miliardi di euro. Ma per arrivare a quel capitolo bisognerà superare gli eterni campanili e conflitti più o meno sotterranei della Toscana, che negli ultimi vent’anni hanno fatto naufragare tutti i progetti di aggregazione di servizi pubblici. Oggi nella regione restano operative più di 50 aziende tra acqua, gas e rifiuti.

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Silvia Pieraccini

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