Il teatro del Silenzio costruito nella campagna di Lajatico dal tenore Andrea Bocelli
Niente da fare, la Toscana dei campanili resiste anche alle sirene più dorate, come quelle dei Comuni di Peccioli (4.600 abitanti, ricco grazie alla discarica dei rifiuti) e Lajatico (1.200 abitanti, ricco in reddito pro-capite grazie alla residenza di Andrea Bocelli), in provincia di Pisa. Al referendum – consultivo ma strategico – che domenica 10 dicembre e lunedì 11 ha chiamato a raccolta la popolazione chiedendo di esprimersi sulla fusione progettata dai rispettivi Consigli comunali, ha prevalso il “sì” col 52,7% dei votanti a Peccioli, e ha vinto il “no” col 68,2% dei votanti a Lajatico. Anche se si sommassero tutti i sì espressi nei due Comuni (totale 1.154), questi sarebbero comunque inferiori ai “no” (1.344).
Lajatico: tenere conto della volontà delle singole comunità
In ogni caso, Lajatico aveva deliberato la fusione il 20 giugno scorso chiedendo che si tenesse conto, nel conteggio del referendum, non della somma dei voti ma della volontà delle singole comunità (e che qualora vi fosse il no di un Comune venisse ritenuto nullo il processo di fusione tra i due enti a garanzia delle due comunità, vista la grande differenza nel numero di votanti). Peccioli aveva deliberato sempre il 20 giugno, aggiungendo la richiesta al Consiglio regionale di formulare, in fase di referendum, un ulteriore quesito per consentire ai cittadini di esprimersi sul nome del nuovo Comune, visto che ‘Alta Valdera’ aveva già suscitato polemiche. Proprio Alta Valdera fu il nome scelto anche dieci anni fa, nel 2013, quando fu avviato il processo di fusione tra Capannoli, Peccioli e Palaia, poi affossato dal referendum.
La delusione dei sindaci
Ora dunque c’è un altro affossamento. Delusi i sindaci, Renzo Macelloni di Peccioli e Alessio Barbafieri di Lajatico. Di fronte ai risultati del referendum, sarà difficile per il Consiglio regionale andare avanti votando la legge istitutiva del Comune unico (che era previsto nascesse entro il 23 febbraio 2024, così da votare i nuovi organi in primavera). Il processo di fusione dei Comuni toscani, che era ripreso dopo una lunga pausa di riflessione indotta anche dai flop di alcune delle operazioni proposte, si ferma di nuovo. Dal 2019 le Amministrazioni comunali sono 273 (erano 287 fino al 2013).
Silvia Pieraccini