Dopo la brillante stagione del Covid, che ha spinto le vacanze all’aria aperta, la produzione di camper made in Italy, concentrata in Valdelsa e in Valdipesa, tra Firenze e Siena, negli ultimi mesi ha rallentato la marcia. Al punto che lo stabilimento Laika (gruppo Hymer/Thor Industries) ha attivato la cassa integrazione a rotazione fino al 15 settembre prossima.
Produzione meno brillante e concessionari in affanno
“In questo momento la vendita di camper è più lenta rispetto alla capacità produttiva”, spiega Iuri Campofiloni, responsabile camperistica di Fiom-Cgil, puntando il dito sui prezzi dei veicoli schizzati fino al +30% e sul periodo fieristico (prima il salone di Duesseldorf, poi quello imminente di Parma) che spinge ad attendere. “Chi vuol comprare un camper nuovo, ormai aspetta di vedere le novità dai saloni”, aggiunge. “In ogni caso il settore non è fermo – spiega il sindacalista – semplicemente è meno brillante perché i concessionari hanno veicoli ancora da vendere, le aziende hanno i piazzali pieni e tutta la catena dell’approvvigionamento soffre”.
Nuovi modelli e nuovi spazi
Al Salone del Camper di Parma, dal 13 al 21 settembre, ci saranno più di 300 espositori con 600 veicoli esposti in 110metri quadrati di superficie, e 100mila visitatori attesi. I marchi prodotti in Toscana saranno tra i protagonisti, con le novità che vanno in direzione della tecnologia e dei servizi. Con 2.200 addetti diretti e 957 milioni di export 2024 (circa l’80% del fatturato), in linea con l’anno precedente, il polo toscano del camper è leader nell’industria di settore e sta continuando a investire non solo in nuovi modelli ma anche in nuovi spazi, come ha fatto Laika comprando il terzo capannone per una nuova linea produttiva vicino al vecchio stabilimento di Sambuca.
Silvia Pieraccini