Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Banca Mps
Tutti i 4.125 dipendenti di Banca Mps che hanno fatto richiesta per le domande di esodo incentivato, finanziato dal fondo di solidarietà, vedranno accolta la loro domanda. L’annuncio della delibera del Cda, approvata ieri, è stato dato oggi, lo stesso giorno della presentazione della trimestrale dell’istituto, che vede una perdita di 360 milioni dovuta proprio ai costi degli esuberi. Mentre l’amministratore delegato Luigi Lovaglio si mostra ottimista sulle prospettive: “Abbiamo già posto le basi per i prossimi anni e prevediamo di raggiungere in anticipo gli obiettivi di piano”.
Fisac Cgil, First Cisl, Unisin, Fabi, Uilca hanno accolto favorevolmente l’ok del Cda all’ampliamento della platea richiedente l’adesione al fondo esuberi, e affermano di essere al lavoro “per la ricerca delle migliori tutele e garanzie per le lavoratrici e lavoratori interessati dalla complessa e difficile fase di riorganizzazione e dalle operazioni di integrazione delle società del gruppo”.
“Mps resti autonoma, la decisione è politica”
Per la valorizzazione delle professionalità esistenti fra i dipendenti di Banca Mps, i sindacati “intendono anche concretizzare quanto prima il percorso previsto dall’accordo del 4 agosto 2022 su tutti i temi della contrattazione di secondo livello che partirà dalla negoziazione del welfare, dalla riattivazione del sistema premiante, dallo sviluppo dei percorsi di crescita professionale e dalla ripresa del processo promotivo”.
“Auspichiamo che Mps resti autonoma e che la sua autonomia venga salvaguardata nel tempo”, ha affermato Franco Casini, coordinatore Fabi nel gruppo Mps. “Siamo convinti che Siena “possa ancora dire la sua nell’industria bancaria del nostro Paese. Il valore della rete, del marchio e della clientela sono riconosciuti da tutti gli addetti ai lavori. Gli spazi esistono, ma la decisione è tutta politica”.
Gli esuberi pesano sulla trimestrale
Rocca Salimbeni ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con una perdita di 360 milioni di euro, a fronte dell’utile di 388 milioni realizzato nello stesso periodo del 2021. Il risultato, spiega Banca Mps, sconta 925 milioni di euro di costi di ristrutturazione legati all’uscita di oltre 4 mila dipendenti. Al netto di questa posta, i nove mesi si chiuderebbero con un utili per 565 milioni di euro, grazie a un utile ante imposte di 150 milioni di euro e un positivo impatto delle tasse per 415 milioni.
Mps ha visto i ricavi mantenersi stabili a 2,28 miliardi di euro (-0,5%), col margine di interesse (+15,7%) che ha compensato il calo delle commissioni (-5%) e della gestione finanziaria (-49,8%). Stabili i costi operativi (+0,3%) a 1,59 miliardi di euro. Le rettifiche su crediti crescono dai 27,7 milioni del 2021 a 320 milioni di euro.
Secondo Lovaglio, Mps potrà tornare a distribuire dividendi già dal 2024. Le uscite volontarie infatti “ci consentiranno di risparmiare oltre 300 milioni all’anno che daranno un contributo notevole al raggiungimento del target di 700 milioni di utili”, mentre si registra una “evoluzione positiva” anche sul rischio legale. “Ci troviamo di fronte a una svolta – ha aggiunto – e siamo convinti che il meglio debba ancora arrivare”. Al momento, ha osservato Lovaglio, “non ci sono segnali di deterioramento del portafoglio impieghi, siamo in grado di affrontare un peggioramento dello scenario economico”.