Oltre 310 milioni di investimenti dal 2021 ad oggi, con l’acquisto di 254 bus e 786 assunzioni: sono alcuni dei numeri che Autolinee Toscane ha presentato in un appuntamento a Livorno, in occasione del secondo anniversario dell’avvio della gestione del servizio di Tpl su gomma in Toscana, in seguito alla vittoria nella gara regionale sancita solo dopo un lungo contenzioso amministrativo. Una gestione che, fin qui, non è stata ancora all’altezza delle grandi aspettative generate dallo sbarco in Toscana di un player di primissimo livello come il gruppo francese Ratp, casa madre di At.
Nel 2023 Autolinee Toscana ha effettuato investimenti per 70 milioni, e per il 2024 ha annunciato ulteriori 35 milioni di investimenti, di cui 24 per nuovi autobus al fine di sostituire il parco mezzi molto anziano. Nel 2024 l’obiettivo è formare e assumere altri 315 conducenti. At è inoltre soggetto attuatore per i Comuni nella gestione del Pnrr legato a mezzi e infrastrutture elettriche per 92 milioni di euro: entro il 2026 saranno su strada 146 nuovi mezzi elettrici e operativi 4 nuovi depositi tra Firenze, Lucca e Prato. Autolinee Toscane ha completato l’installazione del sistema Avm (geolocalizzazione e connessione) sul 100% dei bus; in parallelo, si sta concludendo l’installazione e attivazione di 1.000 paline elettroniche, uniformate al contesto urbano, che offrono una informazione in tempo reale del passaggio dei bus.
“Entro il 2025 la flotta toscana sarà una delle più giovani d’Italia – ha spiegato il presidente di At, Gianni Bechelli -, se adesso l’età media è intorno a 11 anni noi la porteremo entro due anni a 5 anni di età, il che vuol dire che avremo un sistema assolutamente nuovo, più comodo per poter viaggiare: vuol dire offrire un contributo essenziale alla qualità della vita dei passeggeri”. Largo anche ai mezzi elettrici, che in prospettiva “serviranno ad azzerare completamente i livelli di emissione completamente – ha detto Bechelli -, e su questo terreno siamo impegnati. Ci sono circa 180 milioni di intervento pubblico per realizzare strutture di natura elettrica, sulle quali siamo molto avanti: entro il 2025 arriveranno a compimento”.
La Regione apprezza, il centrodestra attacca
“Mano a mano mi pare che le luci prevalgano sulle ombre”, ha affermato Stefano Baccelli, assessore ai trasporti della Regione Toscana, ricordando l’investimento di 660 milioni di euro da parte di Palazzo Strozzi Sacrati sul sistema complessivo dei trasporti pubblici. “Sono stati due anni certamente complicati e faticosi – ha detto -, come in parte avevamo previsto, perché si veniva da un contenzioso di anni e anni prima che fosse finalmente decisa questa gara; perché, non dimentichiamocelo mai, si trattava di trasferire oltre 5.000 dipendenti. E perché era una scelta forte e un progetto ambizioso, quello di ridurre tutto ad un unico lotto regionale con un unico gestore rispetto alla pluralità di gestori. Ma poi ci sono stati degli eventi assolutamente imprevedibili, la transizione è avvenuta ancora durante la pandemia, e successivamente la guerra in Ucraina con quel che ha avuto come effetti in particolare sui costi del carburante”.
Molto più critico il consigliere regionale di Fratelli d’Italia e vicepresidente della Commissione Trasporti Alessandro Capecchi, secondo cui gli investimenti citati da Autolinee Toscane “in realtà non sono altro che gli investimenti previsti per garantire il servizio nell’ambito della maxi-gara. La società si è limitata a fare quello che doveva fare, che non è sufficiente”. Non solo: con la seconda fase della gara “i lotti deboli sono stati lasciati orfani – sostiene Capecchi – perché, salvo qualche caso, questo tipo di servizio non è remunerativo e soltanto due Province su dieci (cioè quelle di Pisa e Massa) sono riuscite a fare le gare, seppure in ritardo. Qui sarebbe servito un intervento del decisore pubblico. Invece ci troviamo nel caos. In provincia di Pistoia la riorganizzazione del servizio ha portato all’eliminazione di tantissime corse”. (lt)