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Territorio

09 ottobre 2023

Affitti brevi, scontro Santanchè-Nardella

Il sindaco: Auguriamoci che questa iniziativa di Firenze, invece che attacchi del governo, produca un’accelerazione della legge.

Silvia Gigli
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“Non credo che quella del sindaco di Firenze Dario Nardella sia la direzione giusta” sugli affitti brevi. Lo ha dichiarato la ministra del Turismo Daniela Santanchè agli Stati generali della diplomazia culturale a Firenze. “Abbiamo sempre detto che vanno regolamentati perché c’è un far west ma non va criminalizzata la proprietà privata, mi stupisco per Nardella e tutti gli altri, fino a ieri hanno governato e non ci hanno mai messo mano perché siamo tutti consapevoli della delicatezza della materia”.

La ministra: “La cosa più importante è il Codice identificativo”

“La cosa più importante” è “il Cin, il codice identificativo parlante che deve essere uguale in tutte le regioni perché non possiamo confondere i nostri turisti, ci vuole uniformità”. dice Santanchè. Dobbiamo, ha aggiunto, dare “standard ai nostri turisti, non è possibile che un turista immagini di andare in una casa” che promette una cosa e poi offre altro. “È giusto aiutare chi ha fino a due case” ha aggiunto, “e può continuare a usufruire della cedolare secca”, ma “da tre case in su è un business, e va benissimo, ma è un’attività imprenditoriale e quindi si devono uniformare alla regole dell’impresa”. La ministra ha ricordato che a breve verrà presentata la nuova proposta per regolamentare gli affitti brevi. 

Nardella: “Invece che attacchi mi aspetto una legge”

“Auguriamoci che questa iniziativa di Firenze, invece che attacchi e polemiche da parte del governo, produca un’accelerazione della legge” sugli affitti brevi. Lo ha affermato Dario Nardella, sindaco di Firenze, replicando alla ministra del Turismo Daniela Santanchè. “Prendo in parola la ministra, auguriamoci che il Parlamento approvi una legge, ma che sia una legge utile”. “Il problema è che la legge non arriva – ha proseguito -, anzi, è stato annunciato un decreto legge, e poi dopo si è detto ‘no, facciamo un disegno di legge, e lasciamo il Parlamento discutere tranquillamente’. Nel frattempo i prezzi degli affitti delle case nelle nostre città esplodono: studenti universitari, lavoratori, giovani coppie hanno difficoltà a trovare una casa nelle nostre città, e il turismo è lasciato alla totale deregulation. Quindi noi ci aspettiamo che il governo, più che attaccare le città che si pongono il problema dell’impatto negativo dell’eccesso di turismo, dia una mano alle città che non stanno alla finestra a guardare. Noi a Firenze non stiamo a guardare”.

Tutti i sindaci italiani chiedono chiarezza

Non solo Firenze, ha aggiunto Nardella, ma tutti i sindaci delle grandi città italiane hanno chiesto una cosa semplice e chiara: “date ai sindaci gli strumenti per individuare delle zone nelle quali circoscrivere limiti alle aperture di Airbnb”. Il sindaco ha sottolineato che “non abbiamo nulla contro il turismo, nulla contro la proprietà privata: vogliamo solo avere strumenti per equilibrare la residenza con i turisti. E poi, se dobbiamo difendere la proprietà privata, difendiamo anche la proprietà privata di chi ancora risiede nel centro storico, e vuole avere gli stessi diritti di tutti i proprietari degli altri quartieri”.

Confronto positivo di Firenze con Airbnb

Nardella ha rivelato di aver avuto “un confronto col capo mondiale delle relazioni esterne di Airbnb, e ci siamo trovati anche d’accordo sulla necessità di regolare, e limitare in alcune circostanze, l’esplosione degli affitti turistici brevi. Il paradosso è che siamo più d’accordo con Airbnb che col governo: allora sarebbe il caso davvero, secondo me, di intervenire con una legge che sia efficace e che ci aiuti a trovare un equilibrio fra residenza e turismo, e ci aiuti anche a mettere in campo strumenti per tutelare i nostri centri storici”. Secondo il sindaco, infatti, “quando nei centri storici la comunità degli abitanti scompare, si sfilaccia, si perde anche l’anima, si perde anche l’identità del centro storico, e si producono effetti patologici, come l’esplosione dei prezzi dei prodotti e dei servizi a causa del turismo. Oggi per un residente è diventato un problema vivere in centro con i costi che esplodono, se vuoi fare la spesa devi andare lontano chilometri; o la trasformazione di condomini in alberghi di fatto, travestiti, e per un residente è complicato vivere in un posto dove entrano ed escono con le valigie turisti di ogni nazionalità”.

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Silvia Gigli

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