E’ stata una corsa contro il tempo per presidi e insegnanti, ma alla fine quattro scuole toscane hanno deciso di attivare, dal prossimo anno scolastico, la sperimentazione del liceo del Made in Italy, la nuova offerta formativa varata dal Governo a fine 2023 con l’obiettivo di approfondire le scienze economiche e giuridiche, puntando sulle competenze imprenditoriali, due lingue straniere e il rapporto con le filiere produttive.
Quattro licei pronti a partire (per adesso)
Il termine dato alle scuole per comunicare la decisione alla Regione e all’Ufficio scolastico regionale era fissato per oggi 15 gennaio, e il fatto che in giornata il ministero dell’Istruzione abbia fatto una mini-proroga al 18 gennaio, dando dunque tre giorni di tempo in più, apre la porta all’arrivo di qualche altro “ritardatario”. Per adesso le scuole che hanno scelto – come prevede la norma approvata dal Parlamento prima di Natale – di trasformare le future prime classi dei licei delle Scienze umane a indirizzo economico-sociale in licei del Made in Italy sono, secondo quanto indicato dalla Regione a T24, il Cicognini-Rodari di Prato; Vittorio Colonna di Arezzo; Giovanni da San Giovanni di San Giovanni Valdarno (Arezzo); e Rosmini di Grosseto.
Lo sprint di Prato
Il Cicognini-Rodari è stato il primo, fin da sabato 13 gennaio, a indicare sul sito Internet della scuola la nascita del liceo del Made in Italy, in una città come Prato che sul tessile-moda – una delle eccellenze del made in Italy – ha costruito la propria fortuna. Il preside del Cicognini-Rodari, Mario Di Carlo, ha definito un’opportunità quella di “declinare il made in Italy in chiave liceale e non solo tecnica come avviene in altri tipi di scuole”. Stessa decisione di sperimentare l’innovazione hanno preso il liceo aretino Vittorio Colonna, che per adesso non indica sul sito Internet l’opportunità di iscrizione al nuovo liceo (possibile dal 23 gennaio sulla piattaforma Unica), e il liceo Giovanni da San Giovanni in Valdarno, anch’esso in attesa di aggiornamenti sul sito Internet.
L’intraprendenza di Grosseto
Il liceo Rosmini di Grosseto, invece, ha diffuso un comunicato per avvertire dell’attivazione del liceo del Made in Italy e della possibilità di iscriversi per il prossimo anno scolastico, invitando le famiglie alla presentazione del nuovo percorso liceale fissata il 22 gennaio. “Chi frequenterà questo liceo – ha scritto il Rosmini – potrà acquisire competenze imprenditoriali finalizzate alla valorizzazione di settori produttivi specifici del territorio, con particolare attenzione alla cultura d’impresa e alle startup per giovani, anche nel campo della valorizzazione e conservazione dei beni culturali e dell’ambiente”.
Cosa si studierà
Il liceo del Made in Italy prevede sia discipline umanistiche che materie scientifiche (le cosiddette Stem, scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) con l’obiettivo di promuovere le eccellenze italiane, la creatività e l’imprenditorialità. Potrà essere attivato “nei limiti delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente”, dunque senza nuovi soldi né nuovi insegnanti attribuiti alle scuole. La durata è sempre cinque anni e sono previsti tirocini formativi nel triennio. Starà alle scuole attivare convenzioni con realtà locali come Università, musei, Soprintendenza, Camera di commercio per rafforzare i rapporti col territorio.
Silvia Pieraccini