Soltanto l’occasione per fare il punto del percorso di aggregazione svolto finora, in attesa di ricevere gli indirizzi strategici dai territori: l’assemblea di Alia Multiutility, lungi dall’essere decisiva su questioni come la quotazione in Borsa o l’eventuale spacchettamento del servizio idrico (temi di cui proprio non si è parlato, secondo le dichiarazioni dei partecipanti), si è risolta in una condivisione della proposta lanciata dalla sindaca di Prato, Ilaria Bugetti, di convocare riunioni dei patti parasociali, per dare la parola ai territori. Da quelli più riottosi verso lo schema originale, come quelli della Piana fiorentina, fino alle grandi città della Toscana centrale che sin dall’inizio hanno promosso l’aggregazione.
Coi patti parasociali la parola alla politica
“Abbiamo deciso insieme ai soci di aggiornarsi entro il mese di ottobre, per approfondire ulteriormente la discussione oggi iniziata e che darà poi ulteriori passaggi in una successiva assemblea”, ha affermato Lorenzo Perra, presidente di Alia Multiutility, al termine dell’assemblea dei soci. La nuova assemblea – convocazione attesa per metà ottobre – sarà preceduta dalla convocazione della riunione del patto di sindacato parasociale di primo livello, che comprende una quota intorno al 98% dei soci. Tale riunione per elaborare gli indirizzi da portare in assemblea sarà a sua volta preceduta, nei territori interessati, dalle riunioni dei patti parasociali di secondo livello che riuniscono i Comuni di aree omogenee.
Si va dunque, in apparenza, verso una decisione eminentemente politica, e sotto il segno del nuovo corso del Pd avviato un anno e mezzo fa con la vittoria di Emiliano Fossi (e dunque, di Elly Schlein) alle primarie che ha cambiato le carte in tavola per il progetto della Multiutility, nato da tre sindaci di area riformista (Dario Nardella a Firenze, Matteo Biffoni a Prato, Brenda Barnini a Empoli). Ne farà le spese per prima, secondo gli umori che si respirano oggi nel partito (impegnato nella difficile costruzione di un “campo largo” per le regionali 2025, aperto ad Avs e Movimento 5 Stelle) l’ipotesi della quotazione in Borsa che pare ormai tramontata, come si poteva intuire da subito, a patto che si trovino altre forme di finanziamento ritenute adeguate alla mole di investimenti che la Multiutility sarà chiamata a sostenere. Nel solo business dei rifiuti gli investimenti autorizzati in corso di realizzazione ammontano oggi a oltre 400 milioni di euro.
Estendere il business, o il territorio?
Ma oltre alla Borsa c’è di più: mentre l’Autorità Idrica Toscana ha avviato la gara per trovare il nuovo socio privato di Publiacqua, con poteri e quota azionaria più contenuta (30%, e non più 40%) rispetto ad Acea, l’ultima suggestione è quella dello scorporo dalla Multiutility di tutta l’area di business dedicata al servizio idrico integrato, che sarebbe lasciato a una società totalmente pubblica, rispettando gli indirizzi del referendum del 2011 per la ripubblicizzazione. “Sono temi molto delicati, c’è in corso una gara da parte dell’Ait per trovare un nuovo socio di Publiacqua, al momento la situazione è questa”, ha abbozzato Giovanni Bettarini, assessore alle partecipate del Comune di Firenze.
Se il perimetro delle aree di business – già non enorme per una multiutility, avendo consolidato solo il gas di Estra e i rifiuti – potrebbe quindi avere confini più angusti del previsto, i soci pubblici vogliono rilanciare sull’allargamento del perimetro geografico della Multiutility Toscana, aprendo ai Comuni e ai territori che ora ne sono fuori. “E’ stata fatta una scelta importante negli anni precedenti – osserva Fossi -, quella appunto di procedere verso un’aggregazione di una parte della Toscana, noi dobbiamo provare a riuscire a estendere quel processo, dando a tutti pari cittadinanza, cioè dare a tutti i territori la pari dignità nell’interlocuzione e nel confronto. Il partito può provare ad agevolare questo processo, niente di più e niente di meno”.
Cento milioni di euro con le economie di scala
L’assemblea è stata dunque soprattutto un benvenuto ai nuovi rappresentanti degli azionisti pubblici: il 65% degli abitanti dei Comuni soci di Alia Multiutility ha un nuovo sindaco, e il 76% del capitale azionario è rappresentato da un nuovo sindaco. Soprattutto a loro Perra e l’amministratore delegato Alberto Irace hanno presentato lo stato di avanzamento del progetto Multiutility, con particolare riferimento al percorso finora compiuto e ai prossimi passi dell’iter di aggregazione. Ribadendo l’obiettivo strategico di raggiungere circa 100 milioni di euro tra economie di scala e riduzione dei costi nei prossimi 5 anni.
Secondo la sintesi di Alia, nel settore ambiente l’impegno si concentra sulla trasformazione dei modelli di raccolta per migliorare lo standard dei servizi e l’efficientamento dei costi, ma anche sull’introduzione di sistemi di misurazione per il passaggio alla tariffa corrispettiva, sul potenziamento della capacità di trattamento autonomo per la gestione integrale dei rifiuti, sull’aumento del volume di riciclo e di recupero di energia e sullo sviluppo di attività commerciali e di depurazione e riciclo delle acque industriali.
Nel settore idrico, Alia Multiutility punta alla realizzazione non solo dei piani ordinari del sistema idrico, ma anche di opere strategiche, oltreché sul potenziamento dei sistemi esistenti, sulla realizzazione di opere per l’efficientamento energetico, sulla riorganizzazione del sistema fognario delle aree urbane, sull’estensione della rete e sulla realizzazione di impianti di potabilizzazione e interconnessione. Il settore energia vede a sua volta sforzi tesi alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e alla promozione del ruolo attivo dei consumatori, ma anche al supporto al fabbisogno energetico dell’industria tessile, all’aumento delle utenze attraverso la spinta allo switch da gas a energia elettrica e allo sviluppo delle infrastrutture per la mobilità elettrica.
Nel 2023 Alia ha realizzato ricavi per 1.086,3 milioni di euro con un Ebitda di 137,4 milioni. L’utile netto consolidato è di 46,6 milioni di euro. Gli investimenti sono arrivati a 162 milioni di euro. L’indebitamento finanziario netto è salito a 672,4 milioni, 507,6 milioni di euro in più rispetto al 2022.
Leonardo Testai