La fabbrica Gkn di Campi Bisenzio (Firenze)
Un altro incontro senza passi in avanti. Oggi, 30 dicembre, al ministero del Lavoro si sono confrontati i sindacati (ma non si sono presentati i rappresentanti aziendali) e Francesco Borgomeo, titolare della Qf che nel dicembre 2021 ha rilevato per 1 euro lo stabilimento e i dipendenti (oggi rimasti in poco più di 300) della fabbrica di semiassi per auto Gkn di Campi Bisenzio (Firenze), chiusa improvvisamente dal fondo inglese Melrose un anno e mezzo fa. L’obiettivo era, ancora una volta, quello di risolvere lo stallo che si è creato da settimane: da una parte l’imprenditore che punta il dito sull’occupazione dello stabilimento attuata dai lavoratori e ne chiede la piena agibilità per far partire il progetto di reindustrializzazione; dall’altra il sindacato che rimanda al mittente le accuse di occupazione e continua l’assemblea permanente dei lavoratori come strumento di garanzia per il futuro della fabbrica.
Il sindacato spera nell’arrivo di nuovi investitori
“E’ necessario che il confronto venga riportato al ministero delle Imprese e del Made in Italy – afferma una nota della Fiom-Cgil nazionale – con la presenza della Regione Toscana e del Comune di Firenze che hanno avviato attività di ricerca di nuovi soggetti industriali e di verifica dei progetti presentati al Comitato di proposta e verifica lo scorso 20 dicembre”. Il sindacato chiede anche chiarezza sul possibile ruolo di una società pubblica, di cui si era parlato (si tratta di Invitalia). Tra i motivi di contrasto tra Qf e sindacati c’è anche la cassa integrazione retroattiva (da gennaio 2022) chiesta dall’azienda, che il sindacato contesta chiedendo il pagamento degli stipendi.
A un anno dall’arrivo della nuova proprietà la vertenza si fa sempre più ingarbugliata e la soluzione appare sempre più lontana.
Silvia Pieraccini