Il settore chimico, della gomma e della plastica di Confindustria Firenze ha chiuso il 2023 con un andamento negativo. I volumi d'affari hanno sofferto a causa di diverse congiunture macroeconomiche, «nonostante i prezzi delle materie prime e il costo dell’energia siano tornati a livelli sotto controllo – spiega Antonella Capaccioli, presidente della sezione chimica, plastica, gomma di Confindustria Firenze – la contrazione dei volumi d’affari e la crisi economica della Germania, primo paese per le esportazioni del settore, hanno penalizzato soprattutto le piccole aziende che lavoravano con margini bassi».
L’importanza di fare rete fra imprese
Le sfide per il 2024 saranno numerose, ma le imprese del settore hanno le carte in regola per affrontarle con successo. Confindustria Firenze continuerà a supportarle nel loro percorso di crescita e sviluppo. «Il settore sta soffrendo, ci sono molte nubi all’orizzonte ma bisogna guardare avanti – aggiunge Capaccioli – stiamo aiutando le piccole imprese per l’accesso al credito, a nuovi mercati e nuove opportunità di sviluppo. L'aumento del costo del denaro, conseguenza dell'innalzamento dei tassi d'interesse da parte delle banche centrali, sta creando un effetto domino sulle imprese. L'accesso al credito diventa più oneroso, spingendo le aziende a riconsiderare le proprie strategie finanziarie, tra cui la gestione dei pagamenti. La dilazione dei pagamenti si configura come una risposta all'aumento del costo del denaro: le imprese, infatti, tendono a ritardare i pagamenti ai fornitori per preservare la liquidità e ridurre il ricorso a finanziamenti esterni».
Il capitale umano risorsa preziosa
In un'epoca di sfide globali e di rapidi cambiamenti, il capitale umano rappresenta la risorsa più preziosa per le imprese. «Il personale è di fondamentale importanza per un’azienda – conclude Capaccioli – oggi stiamo facendo i conti con difficoltà impensabili, non si trova un meccanico qualificato, questo rappresenta un ostacolo significativo per la continuità operativa e la produttività aziendale. Il problema è la sottovalutazione degli istituti tecnici, bisogna spiegare ai nostri ragazzi che questi percorsi formativi servono per acquisire competenze spendibili nel mondo del lavoro e costruire il futuro. Infine la formazione: aggiornare le competenze dei dipendenti è fondamentale per mantenerli competitivi e motivati».
Condividi