“Abbiamo voluto creare uno slogan che recita ‘l’intelligenza artificiale in Toscana è sempre più umana’, e intendiamo applicarlo fedelmente”. Eugenio Giani, presidente della Regione, ha annunciato così la prossima costituzione – nel mese di settembre – di “un Osservatorio regionale sull’intelligenza artificiale del quale chiameremo a far parte tecnici ed esperti perché la Toscana, così come anni fa è avvenuto per l’utilizzo di Internet, vuol fare da apripista in Italia per ciò che riguarda le nuove sfide che l’Ai ci lancia”.
L’annuncio è stato dato in occasione del convegno di oggi a Firenze ‘Le nuove sfide dell’Intelligenza artificiale. Quali strategie per l’Ai in Toscana’. Non è stato l’unico: Giani ha annunciato anche la stesura del primo Piano regionale sulle applicazioni dell’intelligenza artificiale nei servizi della Pubblica amministrazione. “Stiamo lavorando con le altre Regioni – ha affermato Stefano Ciuoffo, assessore all’informatizzazione e alle infrastrutture digitali – in seno alla competente Commissione della Conferenza delle Regioni per individuare modelli di azione il più possibile aperti, sostenibili e governabili. Porremo attenzione alla tutela dei dati personali e al contenimento dei costi di esercizio. Si tratta di una sfida, come quella sull’uso dei big data, che apre un dibattito anche sul ruolo della democrazia”.
L’ex numero due (senese) di Apple: “Serve un piano europeo”
Al convegno la Regione Toscana ha anche presentato l’esperienza della piattaforma con intelligenza artificiale Intuition, grazie alla quale le imprese, attraverso i database dei Centri per l’impiego, hanno così potuto ricercare circa 30.000 profili professionali di cui avevano bisogno. Ma soprattutto, il convegno ha ospitato la lectio magistralis di Marco Landi, che dalla natìa Chianciano è arrivato fino a Cupertino negli anni ’90, come direttore generale e poi vicepresidente della Apple – ruolo nel quale riportò Steve Jobs nell’azienda che aveva fondato – e che oggi è presidente dell’Institut EuropIa, associazione non a scopo di lucro dedita alla promozione della cultura dell’Intelligenza Artificiale.
“E’ bellissimo che l’Europa si dia da fare” per regolamentare l’Ia, “ma non dovremmo invece creare un piano europeo per l’intelligenza artificiale, in cui immettiamo le università, in cui mettiamo le grandi imprese, in cui mettiamo le startup, i grandi enti di ricerca?”, ha attaccato Landi. “Creiamo un sistema in cui, se c’è un’idea buona che viene dai nostri giovani, i giovani trovino un sistema che li aiuti, che li supporti”, ha esortato, sottolineando che i grandi player dell’Ia d’oltreoceano “stanno diventando delle potenze enormi che ci condizioneranno, hanno dei margini di manovra, hanno delle capacità finanziarie e quindi un’influenza geopolitica che va al di là degli Stati. Facciamo sentire la nostra voce: parliamo sì di regolamentazione, ma parliamo anche di uno sviluppo di un’Ia che permetta ai nostri giovani di non diventare lavoratori in una colonia”.
Peraltro, ha aggiunto il manager senese, “quando parliamo di tecnologie non immaginiamoci che in Italia siamo indietro”, perché ad esempio l’azienda senese QuestIt – da lui presieduta – “ha creato l’assistente virtuale che parla la lingua dei segni: se questo l’avessimo fatto in California il mondo intero ne avrebbe parlato, ma siamo a Siena. Io cerco di farne parlare un po’ in tutta Italia, anche in Francia, ma quello che ci manca è che non siamo capaci di fare sistema, non esiste per tutte queste nostre meravigliose realtà un sistema di supporto, finanziario soprattutto. Sento dire da tutti i vari governi che hanno messo 500 milioni di qui, 500 milioni di là. Dove vanno? Avete visto un’impresa italiana che si sia elevata a un rango non dico europeo, ma che perlomeno possa essere capace di competere a livello europeo? Non esiste”.
Leonardo Testai