L’industria italiana della moda maschile realizza oltreconfine il 74% del fatturato (8,7 miliardi di euro su quasi 11,9 miliardi nel 2023), e dunque è particolarmente interessata ai compratori in arrivo dall’estero. Al Pitti Uomo numero 105 che si è chiuso oggi, 12 gennaio, alla Fortezza da Basso di Firenze, i buyer stranieri sono stati 4.700, il 36% del totale e – soprattutto – il 4% in più rispetto alla precedente edizione invernale della fiera (+6% se si guarda ai punti vendita), e questo basta a farne un’edizione positiva, secondo la società organizzatrice Pitti Immagine. I buyer totali hanno toccato quota 13mila (in leggera flessione rispetto a un anno fa, quando erano stati 13.500), mentre gli ingressi complessivi al salone, il più importante al mondo per la moda maschile, hanno raggiunto quota 20mila.
Il mercato interno rallenta
La delusione è arrivata dai buyer italiani, in leggera flessione, ma è una delusione attesa, dicono da Pitti Immagine, “considerati i rallentamenti del mercato interno, registrati soprattutto negli ultimi tre o quattro mesi”. Tra i buyer esteri dominano quelli europei – Germania, Regno Unito, Olanda, Spagna ai primi posti – anche se tra i primi 20 paesi per affluenza figurano Giappone, Stati Uniti e Cina.
Pitti Immagine è soddisfatta
L’andamento della fiera soddisfa l’amministratore delegato di Pitti Immagine, Raffaello Napoleone: “Da Pitti Uomo numero 105 sono arrivati messaggi davvero positivi – afferma nel comunicato finale della fiera – nei padiglioni, tra gli stand, in città, agli eventi speciali, abbiamo registrato una diffusa, grande energia e insieme la volontà di tutti gli operatori di concentrarsi sui fattori decisivi per il successo sui mercati”. Qualità delle collezioni, novità stilistiche e di materiali in linea con le nuove tendenze del consumo, selezioni accurata degli ordini per valorizzare sperimentazioni, nuove generazioni, ricerca, sono i fattori ricordati da Napoleone. Quelli che – tutti lo sperano – potrebbero aiutare a tamponare i venti freddi che investono (anche) l’industria della moda.
La Fortezza da Basso ha retto al primo test
La Fortezza da Basso, interessata ai lavori di restyling che – dopo aver interessato i bastioni – ora hanno raggiunto l’interno della sede espositiva, ha retto al primo test fieristico: con 10mila metri quadrati in meno, Pitti Uomo è riuscito a “mascherare” il cantiere e a riorganizzare le sezioni del salone in modo da non creare disagi ai visitatori. Sarà più dura nelle prossime edizioni, quando i lavori avanzeranno, anche se la decisione è di non spostare la location della fiera.
Silvia Pieraccini